mercoledì 17 novembre 2010

FAZIO E SAVIANO RETORICA E GAIO NICHILISMO


Un altro bel risultato per il dg Mauro Masi, ineffabilmente e pervicacemente intento ad abbaiare alla luna, come il coyote spelacchiato dei cartoni animati. Ha intimato alla banda Fazio-Saviano di rispettare la par condicio senza che ce ne fossero gli estremi formali, e questi se ne sono fatti ovviamente un baffo.

Ma il problema non è stata certamente la presenza di Fini e Bersani, i cui interventi hanno costituito uno dei momenti più mosci dello spettacolo. Il problema è consistito piuttosto nella glorificazione del relativismo etico come di una religione laica che va difesa e proclamata in tv con la voce tremante con la convinzione di svolgere un grande compito di impegno civile e realizzare a un tempo la vera missione del servizio pubblico.

Sommo sacerdote del relativismo televisivo era Fabio Fazio, che ha accarezzato, abbracciato, baciato, benedetto i suoi correligionari, celando spesso a fatica un mezzo ghigno mascherato da mezzo sorriso mentre pensava: “Tiè! Ora beccatevi questa…”.

A inizio trasmissione si mangia in un sol boccone Masi facendo l’elenco dei segretari di partito che, se fossero una tribuna politica, dovrebbero invitare; e cita i rappresentanti di oltre settanta sigle, mentre lui, poverino, ha davanti solo due puntate…

Così si autoassolve: per far rappresentare i valori di sinistra invita Bersani e per i valori di destra Fini, mentre il centrodestra - che secondo lui valori non ne ha - viene rappresentato da Cetto La Qualunque (il sempre bravo Albanese) che interpreta il solito politico amante delle furbizie e delle maggiorate…e chi ha orecchio per intendere…

Sicché questa non sarebbe una trasmissione politica, ma un programma di approfondimento culturale, come soavemente sostiene l’ineffabile capostruttura di Raitre Loris Mazzetti? Per la verità loro in Rai hanno sempre comandato, anche aiutati dagli editti bulgari (così hanno potuto “chiagnere e fottere”). E ieri sera hanno fatto capire che si possono permettere qualsiasi cosa. Anche la fiera delle più assolute banalità servite sull’altare della dignità televisiva da campioni del moralismo di sinistra come Michele Serra e Bersani. “La sinistra è l’idea che se guardi il mondo con gli occhi dei più deboli puoi fare davvero un mondo migliore per tutti”. “L’economia non gira se pochi hanno troppo e troppi hanno poco”. “Chi si ritiene progressista deve tenere vivo il sogno di un mondo in pace, senza odio e violenza, combattere contro la pena di morte e ogni sopraffazione, contro l’aggressività che ci abita dentro, quella del più forte sul più debole”. Ma no, ma davvero?

Ma Fini non è da meno: “L’Italia che ha fiducia nel futuro perché ha fiducia in se stessa”. “Essere di destra vuol dire innanzi tutto amare l’Italia, avere fiducia negli italiani, nella loro capacità di sacrificarsi, lavorare onestamente e pensare al futuro dei figli, essere solidali e generosi”. Ah però! Seguono una quantità di altri elenchi e di altri ospiti, tutti a base di ovvie banalità, mezze verità, ma tutto rivenduto come vibrante testimonianza al valor civile. (dal sussidiario.net)


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