giovedì 30 dicembre 2010

IN MEMORIA DI AUGUSTO DEL NOCE

Oggi 30 Dicembre, nel 21° anniverario della morte, ricordiamo Augusto Del Noce, uno dei filosofi che più acutamente hanno indagato i fenomeni della contemporaneità e in modo particolare l'esito nichilistico e ateistico del pensiero moderno.
Nato a Pistoia nel 1910 e scomparso a Roma il 30 Dicembre 1989, Augusto Del Noce si formò nell’ambiente culturale torinese, laureandosi nel 1932 con una tesi su Malebranche e aderendo all’antifascismo insieme ad altri esponenti della sinistra cristiana, come Felice Balbo, dalle posizioni del quale poi si distinse nettamente, soprattutto sulla base della convinzione dell’inconciliabilità tra cristianesimo e marxismo.



IL GAIO NICHILISMO
lettera a Rodolfo Quadrelli
Nel testo compare un’espressione che sarebbe diventata familiare a tanti di noi: «nichilismo gaio», vero e proprio j’accuse ai maestri di un’epoca. Ecco il brano della lettera in cui il filosofo spiega che cosa intende con quella espressione
Carissimo Quadrelli, ho ricevuto con estremo ritardo la tua cara lettera: porta la data del 12 dicembre; è vero però che il bollo è del 3 gennaio. In questi giorni di festa, per me i peggiori dell’anno non foss’altro perché i più sconsacrati, il ritardo, per la seconda data, è normale.
Quanto mi dici sul nichilismo presente, mi trova perfettamente consenziente. Non è più il nichilismo tragico di cui forse si potevano trovare le ultime tracce nel terrorismo.
Questo nichilismo doveva portare a una soluzione rivoluzionaria più o meno confusamente intravista o meglio confusamente ricordata; un qualche elemento di rabbia c’era ancora e questo gli conferiva una sembianza lontanamente umana.
Ma il nichilismo oggi corrente è il nichilismo gaio, nei due sensi che è senza inquietudine (forse si potrebbe addirittura definirlo per la soppressione dell’inquietum cor meum agostiniano) e che ha il suo simbolo nell’omosessualità (si può infatti dire che intende sempre l’amore omosessualmente, anche quando mantiene il rapporto uomo-donna).
Non per nulla trova i suoi rappresentanti in ex-cattolici, corteggiati ancora da cattolici che riconoscono in loro qualcosa che trovano sul loro fondo. Tale nichilismo è esattamente la riduzione di ogni valore a “valore di scambio”; l’esito borghese massimo, nel peggiore dei sensi, del processo che comincia con la Prima Guerra mondiale.
Il peggior annebbiamento che il nichilismo genera è la perdita del senso dell’interdipendenza dei fattori nella storia presente; infatti, a ben guardare, non è che l’altra faccia dello scientismo e della sua necessaria autodissoluzione da ogni traccia di valori che non siano strumentali. (…)

Con viva amicizia,
tuo Augusto Del Noce
Roma, 8 gennaio 1984


per un approfondimento consiglio l'articolo di Massimo Borghesi su "Tracce" del gennaio 2007


http://www.tracce.it/?id=266&id2=260&id_n=7678&ricerca=augusto+del+noce&autore=massimo+borghesi
 

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