venerdì 14 gennaio 2011

ONNIPOTENTI

La decadenza dell’Italia ha una chiara origine

I giudici hanno deciso che saranno i giudici a decidere se il presidente del Consiglio sarà impedito a recarsi dai giudici.

I giudici hanno deciso che la legge sul biotestamento praticamente già esiste.

I giudici hanno deciso che una bambina di Varese chiamata Andrea, nome maschile tedesco, non potrà chiamarsi Andrea, ma dovrà chiamarsi - hanno deciso - Sara.

I giudici hanno deciso se una persona sia un uomo o una donna.

I giudici arrestano o no, sequestrano conti bancari, fermano cantieri, giudicano se stessi e cioè altri giudici, non pagano per i propri errori, decidono se questo articolo sia diffamatorio, se una conversazione debba finire sui giornali, se un bambino possa vedere il padre.

I giudici rappresentano l’unico potere non riformato di questo Paese e sono palesemente corresponsabili della propria invasività nella vita pubblica, indisposti tuttavia ad ammettere un benché minimo ruolo nei malfunzionamenti che li coinvolgono.

I giudici sono in grado di neutralizzare, svuotare, piegare qualsiasi legge che li riguardi e che riguardi le velleità originarie del legislatore su qualsiasi problema.

Cambiare la magistratura con l’aiuto di certa magistratura è impossibile, concertare una riforma «ampiamente condivisa» è impraticabile.

Non ci sarà nessuna riforma, seria, senza cambiare la Costituzione e senza scatenare l’inferno.

Un uomo solo poteva farcela: Silvio Berlusconi.

Non ce la sta facendo, sta solo riuscendo a sopravvivere.

 
Filippo Facci su libero, 14/1/2011

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