giovedì 14 aprile 2011

ABBATTERE IL DEMONE 3





Il doppiopesismo della claque


Quando il tifo forcaiolo fuori dal tribunale non infastidiva i pm

Il tribunale di Milano si lamenta per la “fastidiosa” presenza di sostenitori di Silvio Berlusconi nei pressi del Palazzo di giustizia, che condizionerebbe il “regolare” svolgimento dell’attività giudiziaria. Nessuno ricorda che un eguale fastidio sia stato mai avvertito, nelle innumerevoli occasioni in cui il palazzo di giustizia milanese è stato in passato il teatro di manifestazioni giustizialiste.

Ai tempi di Tangentopoli, anzi, i magistrati invocavano il “sostegno popolare” alle loro iniziative, come se fossero (già) un partito politico. I pasdaran della procura milanese (definiti in questo modo proprio da Antonio Di Pietro) hanno voluto in ogni modo imporre al premier di presentarsi “alla sbarra”, puntando probabilmente a una riedizione delle scene penose dei leader dalla Prima Repubblica che sfilavano davanti ai giudici in tono dimesso e palesemente impaurito.

Berlusconi sostiene da tempo e in modo assolutamente esplicito che quelli intentati contro di lui sono procedimenti avviati e condotti in base a un pregiudizio politico, non è un leader già sconfitto e abbandonato dal suo stesso partito, come l’Arnaldo Forlani di allora. E’ il leader del maggiore partito italiano, è il presidente del Consiglio dei ministri, piaccia o non piaccia ai suoi accusatori. Ha la forza e il diritto di combattere, anche nei processi, la sua battaglia politica che trova sostegno consistente nella base popolare del suo movimento.

Che questo sia fastidioso per la dottoressa Livia Pomodoro è comprensibile, ma non conta nulla. Se leggessero la Costituzione che sventolano a ogni piè sospinto, gli scandalizzati difensori dell’austera sacralità dei palazzi di giustizia scoprirebbero che in Italia vige la libertà di espressione e che si può manifestare “pacificamente e senz’armi” la propria opinione, anche quando non coincide con quella della procura milanese.

L’idea stessa che sia lecito ai magistrati fare appello al sostegno popolare, e non lo sia al capo di un grande partito, è un capovolgimento delle funzioni e delle prerogative di ciascuno. Infastidire il tribunale è lecito, mentre è anticostituzionale e illiberale che il tribunale chieda altezzosamente alla polizia di impedire l’esercizio di una libertà riconosciuta.

http://www.ilfoglio.it/soloqui/8484

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