lunedì 25 aprile 2011

VIA CRUCIS/ Da Chicago a NYC e LA, un "fiume" dietro la Croce tra Michigan Av. e Ground Zero




CHICAGO - Oggi è stata una tipica “Chicago style”.

La Via Crucis attraverso la City di Chicago è partita alle 9 di mattina dalla Daley Plaza (sede del comune, nel cuore amministrativo e finanziario della città).

Nonostante la pioggia, vento, 30F come ampiamente previsto ci siamo ritrovati in circa 200 a seguire la croce insieme a Fr Luca Brancolini, della Fraternità sacerdotale San Carlo.

Come sempre c’è un po’ di esitazione, e la pioggia si intensifica proprio all’ora della partenza. Per questo si vive il momento con grande tensione, nel desiderio di seguire la croce ma anche intimoriti dalle circostanze atmosferiche decisamente avverse.

Poi si parte e mentre porto la croce intravedo i volti degli amici del servizio d’ordine che mi indicano la strada e così un poco alla volta il passo diventa sempre più sicuro e deciso. Si può camminare con certezza solo nella compagnia di chi lo ha incontrato.

La processione continua attraverso il cuore della città fermandosi davanti al JR Thompson Center che ospita gli uffici dello State of Illinois, la Veteran Memorial Plaza lungo il Chicago River e raggiunge Michigan Avenue, la via dello shopping Downtown Chicago.

Mentre nelle prime due stazioni si incontravano frettolosi businnessmen, adesso ci imbattiamo in famiglie e high school students in spring break. Nessuno però può ignorare la Way of the Cross che passa. Alcuni voltano la testa dall’altra parte, altri si fanno il segno della croce. “Ah, it’s Good Friday today” (“è venerdì santo, oggi”) si sente dire più di una volta.

Ci fermiamo alla Water Tower Plaza, davanti all’unico edificio sopravvissuto all’incendio del 1871 che ha distrutto Chicago. Alcuni si sono arresi al freddo, ma altri si sono uniti lungo la strada. E facile essere catturati dal fascino della ordinata processione dietro la croce, dalla bellezza dei canti e dalle letture di Fr Giussani, Paul Claudel, Charles Peguy e dalle meditazioni di Fr Luca. Tutto quello che è chiesto è di seguire, oggi nella via crucis, domani al lavoro o a casa.

In molti chiedono di portare la croce per un pezzo di strada o durante una stazione; e vengono accontentati perche la croce è pesante e il vento rende tutto molto impegnativo.

Arriviamo infine in vista della Holy Name Cathedral, la cattedrale di Chicago. Nel parcheggio davanti alla chiesa si svolge l’ultima stazione. Non si può nascondere il desiderio di andare in un coffee shop al caldo per non dire di andare a cambiare scarpe e calzini, ma nessuno ha fretta. Al termine rimaniamo a lungo a conoscere chi è rimasto con noi fino alla fine e anche per scambiarci gli auguri tra di noi.

Ho detto con molti, per scherzo ma non troppo, che dovremmo fare la Way of the Cross più spesso, perché essere insieme aiuta a seguire quella croce.

La Way of the Cross 2011 non è stata perfetta. Non c’era la partecipazione che volevamo, il tempo che volevamo e abbiamo dovuto anche cambiare il percorso perche non dappertutto eravamo i benvenuti Downtown Chicago.

Ma se c’è qualcosa che portiamo a casa, è che quello che conta è darsi a Cristo come siamo, e non come vorremmo essere, perché Lui è contemporaneo nel modo in cui vuole, inclusa pioggia e temperatura sottozero. E questo è sorprendentemente facile, basta seguire la Croce.

Per questo la Way of the Cross è finita con un “see you next year!”. Per un’altra Way of the Cross Chicago style.

Leo Marcatelli, Chicago

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