mercoledì 4 maggio 2011

IL PAPA BUONO E' SEMPRE QUELLO MORTO


Domenico Bonvegna commenta un articolo di Massimo Introvigne


Massimo Introvigne in un articolo pubblicato oggi, ricorda come nel 2004, Giovanni Paolo II venne denunciato al Tribunale Internazionale dell'Aja per crimini contro l'umanità, da una serie di personalità e organizzazioni omosessuali per le sue parole sull'AIDS e perché il Pontefice, mettendo in dubbio l'efficacia del preservativo come mezzo di contrasto alla malattia, è un criminale personalmente responsabile della morte di milioni di africani. "La tesi del Papa sul preservativo che non ferma l'AIDS era scientificamente fondata", scrive Introvigne.

C'è stata un'autentica offensiva d'insulti che colpì il Pontefice polacco quando ripeté le condanne contro la contraccezione artificiale e riaffermò che gli atti omosessuali costituiscono un disordine oggettivo, come quando prese posizione contro la teologia della liberazione d'ispirazione marxista. Fu contro Papa Wojtyla che il movimento radicale transnazionale promosse le sue più grandi manifestazioni anticlericali e coniò lo slogan «No Taliban no Vatican».

In questi anni si sono visti teologi veri o presunti, cattolici progressisti e molti esponenti dei media laicisti che "c'intrattenevano su come il Papa venuto dalla Vistola, con il suo rozzo anticomunismo, stesse smantellando il Concilio Vaticano II e tramasse nell'ombra per una restaurazione anticonciliare". Così a questo punto molti rimpiangevano Paolo VI "con la sua sapienza bresciana e democristiana e il lungo dialogo dell'Ostpolitik con l'Unione Sovietica avrebbe evitato le ingenue intemperanze di Giovanni Paolo II. Celebrare Paolo VI - scrive Introvigne - significava per molti, ogni volta che Giovanni Paolo II disturbava i manovratori dell'opinione pubblica su temi morali o politici, contestare la vera o presunta «restaurazione» wojtyliana e dare un brivido ai teologi progressisti nostalgici dei (per loro) gloriosi anni 1970". Anche se per la verità Papa Montini era il Papa dell' Humanae vitae della condanna della contraccezione artificiale. "Ma Paolo VI aveva soprattutto un grande pregio per i laicisti e i progressisti che attaccavano Papa Wojtyla: era morto. Per i nemici del Papato e del Magistero, infatti, da molti anni il Papa buono è sempre il Papa morto ".

Introvigne evoca le memorie del vescovo brasiliano Hélder Câmara (1909-1999) - che ha raccontato come la contrapposizione del Papa morto al Papa vivo non è un semplice fenomeno psicologico. Per qualche verso, fu studiata a tavolino. Infatti, quando apparve chiaro che sugli anticoncezionali, il celibato dei sacerdoti, la guida collegiale della Chiesa e l'ordinazione delle donne la frangia ultraprogressista avrebbe trovato in Paolo VI un ostacolo invalicabile, fu messa in atto una vera e propria strategia per contrapporre a Papa Montini, il Papa «che frenava il Concilio», il mito di Giovanni XXIII (1881-1963), il «Papa buono». Volutamente dimenticandosi che in materia morale Papa Roncalli non era certamente un progressista, e che nel 1959 aveva approvato e sottoscritto un documento del Sant'Uffizio che dichiarava illecito per i cattolici «dare il proprio voto durante le elezioni a quei partiti o candidati che, pur non professando princìpi contrari alla dottrina cattolica o anzi assumendo il nome cristiano, tuttavia nei fatti si associano ai comunisti e con il proprio comportamento li aiutano".

 La stessa strategia oggi viene attuata con Benedetto XVI, che diventa il "Papa cattivo"contrapponendolo al "Papa buono", Giovanni Paolo II. La logica è sempre la stessa.

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