mercoledì 4 maggio 2011

LA PRETESA CRISTIANA :DALLA FEDE NASCE UNA CULTURA


DOMENICO BONVEGNA



Giovanni Paolo II ha un altro grande merito:
 ha rilanciato la Dottrina Sociale della Chiesa.

 Doveva farlo proprio il 13 maggio 1981, giorno del suo attentato in Piazza S. Pietro.

Per anni, nel periodo successivo al Concilio Vaticano II (1962-1965) e dopo il Sessantotto, la dottrina sociale era stata oscurata all'interno del mondo cattolico. Per Invernizzi (vedi l'articolo in calce) c'era una logica in questo, era quella dei progressisti che consideravano il Vaticano II come una svolta rivoluzionaria che ponesse fine alla "Chiesa costantiniana", auspicando una Chiesa disincarnata, "pura"e lontana dagli affari e dalla politica, preferendo la "scelta religiosa".

Il discorso sulla dottrina sociale continua con l'enciclica Laborem exercens , ricordando innanzitutto che cosa è la dottrina sociale rispetto all'insegnamento della Chiesa.

Intanto viene lanciata dal Papa la nuova evangelizzazione, che annovera tra le sue componenti essenziali l'annuncio della dottrina sociale della Chiesa.

Sono cose essenziali che purtroppo l'esperienza dimostra che ancora sono completamente assenti nella vita pastorale delle parrocchie e nella maggioranza delle strutture organizzate del mondo cattolico.
Invernizzi sostiene che contro la dottrina sociale c'è stata "una grande battaglia culturale e soprattutto contro la prospettiva che la fede debba generare una cultura che poi, se riceve il consenso dei popoli, diventa una civiltà.

Per decenni, nel post Concilio, l'«ideologia di cristianità», come veniva chiamata soprattutto, in Italia, dalla scuola dossettiana di Bologna, la "pretesa"che dalla fede nasce una cultura che genera una civiltà, è stata considerata il vizio peggiore che un cattolico potesse avere.

Se i cristiani non dovevano giudicare la storia e attorno a questi giudizi costruire la loro convivenza (con tutti gli adattamenti dovuti a una società pluralista), la dottrina sociale non aveva ragione di esistere. E così venne abbandonata. Chi si avventurava a pronunciare soltanto questa parola negli anni Settanta del secolo XX veniva additato e guardato con una sorta di commiserazione, quasi fosse un sopravvissuto di un'altra epoca della storia.

Per questo il rilancio della dottrina sociale produsse l'effetto di un'autentica liberazione, come se la verità per anni sepolta o vituperata riuscisse finalmente a ritrovare il suo giusto posto.

Naturalmente, questo non significa che non siano sorti altri problemi. Oggi, dopo quasi tre decenni dalla "liberazione", la dottrina sociale è rientrata certamente nel numero delle parole pronunciabili, ma non viene ancora né studiata, né insegnata come pur sarebbe auspicabile. Un grande passo avanti è comunque stato compiuto".

http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-e-giovanni-paolo-ii-fece-rifiorire-la-dottrina-sociale-1651.htm

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