giovedì 2 giugno 2011

VENDOLA IL NUOVO STALIN



Giampaolo Pansa

 "Il nuovo boss rosso"


mercoledì 1 giugno 2011


Su Libero di oggi un fondo di Giampaolo Pansa che analizza non solo i risultati elettorali delle recenti elezioni amministrative ma si interroga sulla figura di Nichi Vendola.

Pansa racconta di come il governatore della Puglia sia corso lunedì pomeriggio in Piazza del Duomo a festeggiare la vittoria di Giuliano Pisapia, ma non solo. Da ottimo conoscitore dei media, spiega Pansa, Vendola ha voluto lanciare un preciso messaggio politico.

Pansa prova a tradurre il messaggio lanciato da leader di Sinistra ecologia libertà: "Attenzione, compagni e avversari: Pisapia è un mio sindaco. E non soltanto perché è un militante di Sel, il partito che ho fondato e dirigo. Abbiamo una lunga storia in comune, che inizia da Rifondazione comunista. Le nostre radici sono identiche. La borghesia milanese che l`ha votato, a cominciare dalle grandi famiglie e dal top della finanza capitalista della città, non s`illuda. Pisapia sarà un sindaco rosso, il primo dei miei compagni a Milano. E da compagno si comporterà".

Nello stesso momento in cui Vendola parlava, Pisapia affermava di aver vinto con il sorriso e l'ironia.

Pansa si domanda: riuscirà il nuovo sindaco a liberarsi della sudditanza nei confronti di Vendola? Per Pansa non sarà una cosa facile, e ci sono essenzialmente tre motivi per cui questa sudditanza potrebbe accadere.

"Il primo è un connotato atavico di Rifondazione comunista" dice Pansa, la patria politica di Pisapia. Quel partito ha un solo elemento nel proprio dna, cambiare la società, quella che una volta si chiamava rivoluzione comunista. Chi guidava questo pensiero era il Grande Parolaio Fausto Bertinotti, maestro di Nichi Vendola. Pansa riprende una citazione dell'ex segretario comunista pubblicata nel 1997 sul Corriere della Sera: «Il mito della governabilità è figlio di una cultura politica senza valori, che ha completamente abdicato alla voglia di cambiare la società. L`idea che comunque bisogna governare, per me è un disvalore».

Poi Bertinotti spiegò che il suo partito stava nell`Ulivo di Prodi soltanto per un accidente elettorale: «Abbiamo programmi diversi, anche in politica estera abbiamo da sempre posizioni differenti, sulla Nato, su Maastricht e su altro... Noi non cerchiamo la crisi del primo governo con le sinistre. Ma potremmo esserci costretti». Infatti, l`anno successivo, fece cadere il governo Prodi, ricorda Pansa.

Poi torna su Vendola, un politico a due facce: quella piaciona, con orecchioni e sorriso, e quella da perfetto staliniano. “ L’altra faccia è quella del politico aspro, scrive Pansa, di sostanza maligna, pronto a disprezzare chi non obbedisce ai suoi ordini. Sotto questo aspetto Vendola, nonostante l’orecchino e l’abito casual, è un perfetto staliniano. E ricorda certi vecchi ras delle Botteghe oscure, pronti a usare le parole come pallottole”.
Pansa ricorda la rubrica che Vendola teneva sul giornale Liberazione, in cui definiva D'Alema «grevemente atlantico, cinico, con una spocchia da statista neofita». Fassino, «blaterante scempiaggini cingolate e mortali». Umberto Ranieri, neo tifoso entusiasta di De Magistris, «un caporalmaggiore della Nato», Di Pietro, «dalla caratura mussoliniana». E infine Emma Bonino. Forse almeno lei si rammenterà del pensiero violento e del linguaggio stridulo di Vendola. Una tempesta di volgarità, per «questa vipera con la faccia di colombella, amante delle carneficine umanitarie».

Cose scritte nel 1999, dice Pansa, ma la sostanza non cambia. Anche perché allora non era un ragazzo impulsivo, ma un signore di 41 anni, deputato per la terza volta.

Vendola vuole le primarie del Partito democratico, ha iniziato una guerra perché sa che potrebbe vincere. Vuole l'egemonia sulla sinistra italiana. Progetta una doppia vittoria, quella politica e quella elettorale, immaginando di poter battere anche Berlusconi. Per questo Nichi Vendola, aggiunge Pansa, si farà vedere sempre più spesso sul spiazza di Milano. Per Pisapia, sarà una suocera esigente, mai soddisfatta e capace di carognate a non finire.

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