venerdì 29 luglio 2011

ROGER SCRUTON : OMOSESSUALITA', LEGGE, MATRIMONIO



L’omosessualità è irriducibile e non ha senso normalizzare



“È assunto che nelle società occidentali quando l’unione sessuale si esprime fra adulti consenzienti in privato, la legge deve rimanere fuori”.

Secondo il filosofo Roger Scruton nella discussione su omosessualità, legge e matrimonio, in gioco non c’è il riconoscimento dei diritti individuali degli omosessuali, ma il tentativo di normalizzare, assorbendolo, un fenomeno irriducibile.

“Questo principio si applica all’omosessualità come all’adulterio. Le leggi trattano l’omosessualità come una tendenza comparabile all’eterosessualità. Il sadomasochismo è sanzionato perché può causare danni alla persona. Le società occidentali hanno varato riforme liberali sull’omosessualità e le persone hanno imparato a tollerare e a creare uno spazio pubblico gay. Si chiama progresso”.

Tuttavia, l’attivismo è andato oltre.
“L’omosessualità deve diventare ‘normale’. Attraverso le false nozioni di diritti umani e discriminazione, la cultura gay ha usato la legge per avanzare un’agenda culturale e morale. Però i diritti, emersi dalla speculazione medievale sulla giustizia naturale, non sono messi al sicuro semplicemente per il fatto di dichiararli”.

Secondo Scruton, la tradizione cattolica è insuperata proprio nella lezione secondo cui, così come lo stato può elargire diritti, un giorno potrà anche toglierli. “La chiesa cattolica è del tutto ragionevole nel pensare che l’omosessualità sia una deviazione dalla norma delle relazioni umane sessuali. La nostra accettazione dello stile di vita gay friendly, delle coppie gay e della scena pubblica gay non hanno confutato l’insegnamento cattolico secondo cui queste sono autentiche alternative, non altre normalità, alla vita eterosessuale. Normale è l’unione eterosessuale fra un uomo e una donna uniti nell’autosacrificio dal quale la società interamente dipende. La propaganda che cerca di riscrivere l’eterosessualità come ‘orientamento’ sessuale è un tentativo di persuaderci a ignorare il vero scopo dell’unione sessuale: una generazione che lascia il passo a un’altra. Se il sesso è orientamento, non c’è differenza di genere, solo di direzione. La concezione liberal del sesso è stata adottata perché facile, non perché sia veritiera della condizione umana. Una pura etica della liberazione non funziona”.

Il matrimonio è l’espressione istituzionale del desiderio, non la sua costrizione.
“E’ l’inviolabilità del matrimonio distinta dalla coabitazione secolarizzata.
Nel matrimonio abbiamo la nobilitazione del desiderio sessuale, ricostruito come intenzione razionale. E’ sorridendo, arrossendo e piangendo che la perdita di controllo sul corpo crea l’immediata esperienza della persona incarnata. La questione omosessuale non verte su diritti, libertà e possibilità di vita dei gay, è una controversia sull’idea di matrimonio, questa transizione esistenziale, e verte sull’accettazione dell’esistenza di un desiderio omosessuale considerato
innocente

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