lunedì 29 agosto 2011

I CATTOLICI "IMPEGNATI"


Se il vino nuovo che i laici cattolici
“impegnati”
versano nell’otre della nazione Italia è quello assaggiato in questi giorni, c’è poco da brindare.


Hanno un bell’invocare, il papa e il cardinale Bagnasco, una nuova stagione del cattolicesimo politico. Al momento di andare al pratico, ecco che cosa sfornano alcuni tra i loro più titolati esponenti.

Sul fronte nazionale il professor Giorgio Campanini, collaudato professionista di decenni di convegni cattolici, ha proposto sull’ultimo numero di “Famiglia Cristiana” la “autoriduzione, per un triennio, del ricavato dell’otto per mille che gli accordi del Concordato riconoscono alla Chiesa per la sua funzione sociale”.
E ha spiegato:
“Non si tratterebbe di tagliare le già modestissime retribuzioni di vescovi e di sacerdoti, bensì di ridurre altre voci di spesa, pur con il rammarico che ne risentirebbero gli investimenti per la salvaguardia di monumenti e opere d’arte di proprietà della Chiesa, e forse anche gli interventi in ambito caritativo”.

LA PLATEA PLAUDENTE DI RIMINI: UN CONTO E' DIALOGARE E UN CONTO E' METTERSI PRONI 

Sul fronte della politica estera, invece, il pasticcio l’hanno fatto quelli di Comunione e liberazione, al Meeting di Rimini.
Hanno invitato e sfrenatamente incensato il rettore dell’università cairota di al-Azhar, Osama al-Abd, “non il papa ma quasi” del mondo islamico sunnita, l’uomo che sta scrivendo assieme ai Fratelli Musulmani la piattaforma ideologica dell’assemblea costituente che darà forma all’Egitto del dopo Mubarak.
E con lui c’era un esponente di spicco dei Fratelli Musulmani, Abdel-Fattah Hassan, professore di italiano, il traduttore al quale i ciellini hanno affidato l’edizione egiziana de “Il rischio educativo” di don Luigi Giussani.
Un conto è dialogare, un altro mettersi proni. Alla platea plaudente di Rimini non è stata detta una sola parola di verità su al-Azhar e sui Fratelli Musulmani. Se l’Egitto, secondo una recentissima indagine comparata del Pew Forum, è uno dei peggiori stati al mondo per quanto riguarda i delitti contro la libertà religiosa e se oggi lo è più di ieri, lo si deve proprio a questi due diseducativi focolai d’inimicizia contro ebrei, cristiani e infedeli in generale.

A Rimini, CL ha fatto né più né meno quello che la Comunità di Sant’Egidio fa da anni nei suoi meeting interreligiosi, tanto pomposi quanto vuoti: come nel 2004 a Milano con il precedente rettore di al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb, oggi divenuto imam della moschea, riverito e applaudito nonostante dichiarasse la sua approvazione degli atti terroristici contro i civili in Iraq e in Terra Santa. Al-Tayyeb è lo stesso che lo scorso gennaio ha attaccato pubblicamente Benedetto XVI per aver pregato per le vittime delle violenze al Cairo.

Andrea Riccardi, il fondatore di Sant’Egidio, è uno dei leader cattolici più in movimento, nell’agitazione che pervade tale mondo in vista del dopo Berlusconi. Stando a un suo articolo sul “Corriere della Sera” del 14 agosto, sembra ambire ad essere lui il “federatore” di una nuova futura presenza cattolica in politica. Più prosaicamente, il Montezemolo dei cattolici.

Ma a giudicare dalle performance citate, di nuovo in vista non c’è proprio nulla.

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