mercoledì 3 agosto 2011

I NUOVI PERSEGUITATI



EMILIA ROMAGNA
ROSSA
SAZIA
DISPERATA

L'ideologica antidemocratica  di una sinistrra che non dà diritto di cittadinanza ai cattolici.



NON C’E’ la firma di Carlo Caffarra, cardinale di Bologna e capo dei vescovi dell’Emilia Romagna, ma sull’articolo apparso ieri sull’inserto domenicale Bologna Sette di Avvenire, e firmato da Paolo Cavana, professore di diritto di famiglia ed ecclesiastico, è come se ci fosse il suo timbro notarile.

La Chiesa attacca a muso duro la Regione Emilia Romagna. E non è la prima volta. Neanche due anni fa (dicembre 2009) scese direttamente in campo Caffarra, con una lettera inviata a tutti i consiglieri regionali dell’Emilia Romagna, per stigmatizzare i cosidetti ’Dico all’emiliana’ , la legge promulgata dalla giunta Errani.

Stavolta nel mirino della Curia c’è la polemica, ampiamente riportata nei giorni scorsi dal Carlino, relativo alla mancata elezione, come da precedenti accordi, di Silvia Noè (Udc) alla presidenza della Commissione Pari opportunità. «In regione parità ma non per i cattolici» è il titolo del commento che appare nel supplemento di Avvenire, in sostanza l’organo ufficiale della Chiesa bolognese ed emiliana.
Scrive Cavana: «La candidata è stata bocciata dalla maggioranza per il solo fatto di essere cattolica... Si è trattato di un fatto molto grave e senza precedenti, almeno nella nostra Regione. Non l’appartenenza politica, ma l’essere cattolici, è stato fatto oggetto di un atto di esplicita discriminazione, motivata pubblicamente come tale, ciò che in nessun altro ambito della vita sociale sarebbe oggi ammesso».

LA CANDIDATURA di Silvia Noè, in realtà, fu portata avanti dallo stesso governatore Vasco Errani, che un anno fa impose il nobile principio di dare la presidenza delle commissioni ai rappresentanti delle varie forze politiche, anche fuori dalla maggioranza. Mancava l’Udc e allora si propose la Noè, cattolica dichiarata.
Di fronte a questo nome, però, l’Idv, la sinistra estrema e alcuni movimenti omosessuali, hanno imposto il loro veto e alla fine la stessa maggioranza di governo regionale ha fatto dietrofrount, scaricando la Noè e proponendo Roberta Mori, poi eletta. Fin qui la cronaca, con le successive polemiche, l’esultanza dei ‘nemici’ della cattolica Noè e lo sfogo, umano e amaro, al Carlino della stessa consigliera dell’Udc: «Mi sento discriminata. Le testimonianze più belle di solidarietà le ho ricevute da diversi amici omosessuali: ‘Silvia, ti hanno trattato così perchè non ti conoscono’. Mi sarebbe piaciuto farmi conoscere».

L’IRA della Chiesa contro la Regione arriva anche ad una conclusione: «Aver negato all’opposizione anche tale presidenza — scrive Cavana — significa di fatto voler soffocare in Regione ogni voce di dissenso su questi temi, con una palese violazione delle più elementari garanzie di pluralismo».Dalla Regione nessun commento ufficiale, anche per evitare di rendere ancora più tesi rapporti già da tempo difficili. Oltre ai diritti riconosciuti alle coppie non sposate, la Chiesa da tempo rimprovera alla giunta di via Aldo Moro anche altre pecche, come ad esempio l’uso spregiudicato — e «anche fuori legge rispetto alla normativa imposta dallo Stato» sottolineano in parecchi — della RU486.

IL COMMENTO DI MASSIMO PANDOLFI:
I NUOVI PERSEGUITATI

NEL 2010 Franco Grillini, oggi consigliere regionale dell’Idv, fu eletto all’unanimità presidente della commissione attività produttive. Trent’anni fa lo stesso Grillini, uno dei paladini bolognesi e nazionali delle sacrosante battaglie contro le discriminazioni dei gay, non sarebbe mai stato eletto alla presidenza di una commissione. Perchè gay, perchè discriminato in partenza, appunto.
Un anno fa nessuno per fortuna (e sottolineate bene il ‘per fortuna’) ebbe qualcosa da dire: eleggere Grillini è doverosamente diventato normale, ormai certi marchi infamanti sono stati superati.
Oggi non è pero normale eleggere una persona che si dichiara cattolica — e cioè crede in Dio, in Cristo, nella Chiesa, nel Papa — perchè una certa mentalità culturale dominante, soprattutto in Emilia Romagna, dà per scontato ciò che scontato non è affatto: e cioè che su certi argomenti, i cattolici siano persone di serie B.

Possibilmente senza diritto di parola, figuriamoci di poltrona. E allora Caffarra e la Chiesa di Bologna hanno un po’ ragione nel commentare in maniera diretta e decisa ciò che è successo a Silvia Noè. Perchè la verità è che in quella commissione poteva andarci un comunista o un democristiano, un berlusconiano o un vendoliano, un massone o un musulmano; chiunque poteva andarci, nessuno avrebbe detto nulla. Ma un cattolico no, un cattolico proprio no. Perchè un cattolico su certi temi ha torto a prescindere. Questa roba qui, signori, si chiama discriminazione.E ci piacerebbe se gente che ha passato la vita a combattere le discriminazioni, anche sulla propria pelle, avesse un sussulto e capisse che non va bene mettersi oggi a discriminare gli altri. Ci ritorna in mente un nome: Franco Grillini.

www.massimopandolfi.net

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