domenica 18 settembre 2011

LE VITE DEGLI ALTRI

RESISTERE
RESISTERE
RESISTERE

Il peccato si combatte e si perdona.

Sono le persecuzioni inumane l’immoralità da estirpare.

A volte, scrive Ludovico Festa su Tempi, per comprendere “il tutto” va focalizzato lo sguardo sul particolare che spiega “il tutto”. E oggi in Italia, se non si parte dal particolare “dell’impazzimento”di settori della magistratura non si coglie il cuore dei problemi che abbiamo di fronta.

Nel film “le vite degli altri” il regime poliziesco comunista sorveglia e perseguita una donna, che si rivela una terribile peccatrice.

Ma questa donna non suscita negli spettatori reazioni di indignazione tipo Famiglia Cristiana, ma quella umana compassione, quella pietà che sola aiuta a far crescere una salda morale.

L’ostracismo va rivolto non ai peccatori, da contrastare, ma anche da perdonare, ma alle persecuzioni inumane: questi sono tra i peccati che vanno solo estirpati!

Gli spettatori solidarizzano con l’agente della Stasi che cerca di sabotare le intercettazioni ordinategli dalle sue “legittime Autorità Giudiziarie”.

Nella DDR l’incubo era la politica predatoria, la giustizia persecutoria, la fine della privacy, il bracconaggio illegale. E da noi che ne pensa il capo supremo della Giustizia Italiana, un tempo così amato nella DDR?

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