martedì 8 novembre 2011

UN NUOVO INIZIO

Affronti l’Aula e si sottragga con elezioni anticipate al ruolo di capro espiatorio


di Mario Sechi

Berlusconi deve affrontare l’Aula, non ci sono dubbi. Non so se sia necessario farlo attraverso la fiducia, potrebbe essere perfino un dettaglio. Ma ammettiamo che sia così. Ha davanti a sé un discorso facile da fare perché basato su un’agenda precisa. Dettata, da un lato, dalla lettera portata a Bruxelles, dall’altro dal mandato scaturito dagli impegni chiesti dall’Unione europea e dal monitoraggio del Fondo monetario internazionale.

Quella lettera vincola sul programma, il Fmi scandisce i tempi di realizzazione: da questo scenario nessuno può scappare. Quella lettera non è un impegno del governo ma del paese, cosa che finora l’opposizione ha fatto finta di non cogliere. In realtà i cosiddetti “salvatori della patria” sanno perfettamente che quei vincoli non possono essere cambiati. O meglio: si possono cambiare, ma solo in senso ancor più restrittivo (penso alla riforma della previdenza, alla cancellazione dell’anzianità, a una radicale riforma del lavoro: tutte cose che non ci sono ma che potrebbero esserci e i mercati promuoverebbero).

Il discorso che Berlusconi deve fare è dunque di una estrema semplicità. Chieda di votare quegli impegni e, che sia contrario o meno, salga al Quirinale per dire al presidente della Repubblica la verità su questa fase autolesionista della politica italiana: “Non voglio più essere il capro espiatorio di tutti i mali italiani, mi impegno a concorrere a una soluzione che mi sollevi da questo ruolo”. La verità è che nessun partito, a un anno dalle elezioni, vuole prendersi la responsabilità delle riforme necessarie, perché sa che pagherebbe un caro prezzo in termini elettorali. Non è significativo che un politico navigato come Pier Ferdinando Casini invochi l’ingresso del Pd al governo?

Per lui sarebbe più logica una ricostruzione dell’area moderata, un nuovo esecutivo di centrodestra. Ma da solo non ci va e non ci sta, vuole condividere la responsabilità delle riforme con il numero maggiore di partiti possibile. Vuole diluire e spalmare l’impatto elettorale dell’agenda europea. Ecco perché le elezioni sono l’unica via di sbocco realistica in questa situazione. Un nuovo governo dei moderati con un nuovo presidente del Consiglio è molto improbabile. Il governo di unità nazionale, quello che chiamo l’“ammucchiatissima”, ha più ostacoli che chance. Non rimangono che le elezioni anticipate.


http://www.ilfoglio.it/soloqui/11078

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