giovedì 8 dicembre 2011

ORRORE VA DA VESPA

CONTRORDINE COMPAGNI,
MONTI NON E' DEI NOSTRI

E mica solo la Camusso. Qui è tutta una lamentazione, un sospiro, un gemito - che a forza di manovre, di spread e di tagli, la festa per la dipartita (politica) del caro Silvio è bella che rovinata. I balli e lo spumante davanti al Quirinale sono già nostalgia e care memorie - noi c'eravamo, ma adesso che cazzo facciamo? Nemmeno si è vuotato il bicchiere del brindisi fatale - alle nuove sorti gloriose e progressive, liberi dal Caimano e dal bestiario suo, che si ricomincia da capo.


Anzi, pure peggio: dopo aver ammirato e lodato la nuova "sobrietà", il Prof. non ti si va ad appoltronare, quatto quatto, in austero loden, da Bruno Vespa? Dunque, rimettere nel cassetto il cavatappi, l'allarme democratico non è finito.Tanti esultatori delle prima ora, persino della seconda - quella che segnò il passaggio dal loden al barbiere meneghino - ormai disperano di arrivare alle terza.

La festa - ha ragione la Camusso - per la liberazione dal Cav. è decisamente rovinata. A parte il fatto che questo Monti, che uno immaginava nelle ore libere intento a vedere solo i programmi di Rai Educational, fa delle cose che fanno piangere le ministre, figurarsi le casalinghe e le programmiste televisive, ora salta del tutto la linea estrema di demarcazione - quella tra sobrietà e svacco, tra democrazia e satrapia: da Vespa il Prof. va, manco fosse la prima della Scala, manco un seminario sul mercato europeo.
Cos'è Vespa, uno spread? Così l'indicibile comincia a dirsi, tra le più avvertite coscienze: Monti uguale a Berlusconi - bunga bunga a parte. Lo dicono gli studenti in corteo, e pazienza. Lo raccontano i siti più diversamente sparpagliati: "Monti come Berlusconi: aiuti pubblici per le banche". Lo dice il rifondatore Paolo Ferrero: "Monti come Berlusconi". Mentre i principali commentatori, per settimane fervidi sostenitori, rimirano con perplessità e sconforto le decisioni economiche governative - scrive Massimo Giannini: "Diciamo la verità", e diciamola: "Dal governo dei Professori ci saremmo aspettati qualcosa di più".
Magari, alla fine, gli perdoneranno pure la stangata pensionistica - ma tra i suoi sostenitori iniziali nessuno potrà dimenticare l'affronto estetico di andare da Vespa - come se invece del loden portasse un becero cappotto di cammello. "Che perdita di autorevolezza...", sospira Carlo Freccero. "Monti sta perdendo, sta perdendo la sua rigidità. Ma meglio il suo aspetto trombonesco che clownesco da Vespa". La mutazione è avvenuta: se il conduttore scova pure un Apicella di Bruxelles, la rovina sarà completa.
da ILFOGLIO

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