domenica 22 aprile 2012

LA POLITICA, IL RANCORE E L'INVIDIA


"l'uomo non è solo quello che fa, ma è rapporto con l'infinito. In questa prospettiva possiamo mettere i nostri errori, che vanno oggettivamente riconosciuti; non dobbiamo negarli censurarli giustificarli, ma poterli guardare e ripartire"
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da "Strano Cristiano"

Qualche giorno fa ero dal medico, aspettando il mio turno. Leggevo il Corriere della Sera, e nella pagina aperta c’era la foto di Renzo Bossi. Entra una signora, molto arrabbiata. Ha fretta, le serve urgentemente un certificato ma deve aspettare il suo turno: tutti abbiamo fretta, tutti siamo in fila. Si siede vicino a me, vede la foto del “trota”, e comincia ad inveire violentemente contro i politici, tutti “schifosi ladroni, rubano tutti, che schifo pure questo della Lega”. E poi, con un trucchetto – scusate, dice, devo fare solo una domanda al medico – appena si apre la porta dell’ambulatorio, ci si infila dentro, e salta la fila.

Ecco: l’Italia è diventata questo. Tanta, troppa gente rancorosa, livorosa, che si è trovata servita su un piatto d’argento un capro espiatorio per le difficoltà della crisi – i politici, diventati oramai per la vulgata comune una massa indistinguibile di corrotti, sede di tutti i mali – e su quelli si sfoga, tutta questa gente rancorosa, accusandoli di ogni nefandezza, salvo fare, appena possibile, le stesse cose su cui hanno protestato fino a un secondo prima.

Certo, il mio esempio è minimale e non ha un gran peso, ma è indicativo di un modo di agire. I corrotti sono gli altri, sempre, e spesso non ci si rende conto che sono in tanti a cercare scorciatoie o facilitazioni illecite, per non dire d’altro. E ognuno di noi sicuramente potrebbe fare esempi più consistenti del mio.

Per buttare giù Berlusconi, al grido “muoia Sansone con tutti i filistei”, è stato inaugurato un nuovo metodo: basta con i processi, non serve neppure cercare reati, è sufficiente scoprire un lato debole dal punto di vista personale – le donne, il lusso - comportamenti inopportuni o imbarazzanti o sconvenienti per una carica pubblica, specie in un periodo di crisi e difficoltà economiche, e poi bisogna mettere tutto in piazza, paginate di giornali, indicare il puzzone, ed il gioco è fatto: la lapidazione è assicurata.

Con Berlusconi ha funzionato, e poi hanno cominciato a farlo con i suoi alleati, e funziona anche lì. La gente è indignata, giustamente – quando c’è chi si suicida perché perde il lavoro e le imprese chiudono, le vacanze lussuose e i festini diventano umanamente insopportabili – e su questo si giocano le campagne mediatiche al massacro.

Non importa più capire se qualcuno ha commesso reati o no, se i soldi del partito sono stati usati correttamente o no, se si tratta di soldi privati o pubblici, se si è governato bene o no, se fare vacanze lussuose sia peccato, reato, o solo incoerente o inopportuno: tutto va bene pur di alzare un enorme polverone, siamo entrati in una lunga notte in cui tutte le vacche sono nere, e niente più si distingue.

E quindi si urla contro la corruzione e i politici ladri, e poi si salta la fila dal medico, perché se non possiedi niente, solo quella puoi fare, di infrazione. Ma la logica, amici miei, rimane la stessa.

E allora? Allora cominciamo con l’aiutarci a guardare in faccia la nostra realtà italiana, a partire dai fatti per quelli che sono, cerchiamo di capire, e distinguere reati, peccati, incoerenze insopportabili, comportamenti inopportuni, e innanzitutto chiamare le cose con il loro nome. (....)



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