giovedì 17 maggio 2012

SANT'OBAMA PROTETTORE DEI GAY


L’unione gay è una scelta di vita privata da rispettare e magari da regolamenta­re. Il matrimonio, invece, è la fonte della famiglia che è l’unica struttura naturale e culturale su cui si fonda, si rigenera e si perpetua una società e ogni civiltà

di Marcello Veneziani - 16 maggio 2012, 17:10

Sulla copertina di Newsweek l’hanno fatto con l’aureola, santo patrono delle coppie gay.

Dico di Obama che sostiene il matrimonio omosessuale.
E penso ai suoi devoti, anche nostrani; penso pure a Battisti che sul Corsera ha sostenuto le nozze gay.
Togliamo subito di mezzo ogni demonizzazione; ci sono omo migliori degli etero e altri peggiori, la personalità non si riduce al sesso. Bando a ogni fobia. L’unione gay è una scelta di vita privata da rispettare e magari da regolamentare. Il matrimonio, invece, è la fonte della famiglia che è l’unica struttura naturale e culturale su cui si fonda, si rigenera e si perpetua una società e ogni civiltà. È dunque un bene pubblico da riconoscere, da tutelare e da distinguere da ogni altro tipo di unione.
Se la famiglia è un bene,l’unione gay è un fatto privato, che può avere valore soggettivo per quelle coppie; mentre la famiglia è un bene che ha valore etico, civile e religioso per la comunità, la sua storia e il suo avvenire. Quella distinzione va salvaguardata, per il bene della famiglia, non per il male dei gay.
A favore delle nozze gay c’è Obama e il Potente Spirito del Tempo, mentre alle spalle di chi distingue il matrimonio dall’unione gay c’è, sola e inerme, la civiltà come finora l’abbiamo conosciuta e la nostra tradizione in uso da qualche millennio, anche precristiana. Se la famiglia oggi è molto malata, non è una buona ragione per seppellirla nella fossa comune delle unioni. Semmai una ragione in più per tutelarla e per volerle bene, come a una madre o a un figlio.

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