giovedì 28 giugno 2012

IL RIGORE TEDESCO (E QUELLO ITALIANO)

Ci sono due tipi di rigore:
il primo taglia il welfare, il secondo lo aumenta

Ci sono due tipi di rigore tedesco: quello di scuola tedesca e quello di scuola italiana.

 Mentre il rigore tedesco di scuola tedesca taglia spietatamente le spese, praticamente azzera il welfare, riduce la sanità pubblica al suo fantasma, nega la tredicesima al pubblico impiego e non ha pietà di nessuno, specie dei pensionati, il rigore tedesco di scuola italiana si tiene il welfare così com'è e anzi pretende d'estenderlo a sempre nuove fasce di bisognosi, lavoratori stranieri e minoranze sessuali in particolare, e allo stesso modo pretende di mantenere anche la sanità pubblica così com'è, idem ogni altra spesa, anche le più onerose e fantastiche, affidando la soluzione d'ogni problema di cassa alla buona volontà fiscale dei contribuenti e, mancando questa, a Equitalia, che probabilmente costa più di quanto recuperi.

Nel rigore tedesco di scuola italiana il nemico non è lo spreco del denaro pubblico ma l'avarizia dei contribuenti. Se questi accettassero di pagare tutto, o se meglio ancora pagassero più di quanto devono, e persino più di quanto sia sensato fare, allora i politici italiani (bocconiani compresi, visto che finora non hanno neppure provato a frenare l'andazzo) potrebbero fare come in Grecia: aumentare i ranghi del pubblico impiego di altre 70.000 (o anche 700.000, perché no) unità.

Non ci sono abbastanza ospedali in Calabria? Apriamone altri 56, ciascuno con 100 posti letto e, per ogni posto letto, tre medici dalla laurea dubbia e non meno di trenta o quaranta infermieri dalla reputazione più losca che dubbia. E così via: nuovi uffici, nuove agenzie governative, nuove spese faraoniche per la tv pubblica da mettere in conto a chi cordialmente la detesta, nuove sedi d'Equitalia e nuovi enti che sarebbe scabroso dire inutili.

 Esagerato finchè si vuole, il rigore tedesco di scuola tedesca è almeno coerente. Di coerente, nel rigore tedesco di scuola italiana, c'è solo la boria dei nostri leader, ieri politici, oggi tecnici, ma simili e anzi identici nell'opinione sproporzionata che hanno di se stessi. Silvio Buonanima vuole per esempio redivivere, dopo essersi autoconvinto che l'Italia moderata non ha votato Angelino Alfano perché voleva votare lui, il capopopolo con la fissa della patonza. Pierluigi Bersani, da parte sua, non è meno irragionevole: esige rispetto dagli amministratori locali democratici, e s'offende quando questi rifiutano di baciargli l'anello e preferiscono acclamare uno di loro, il sindaco di Firenze. Quanto poi all'esecutivo tecnico, non ne azzecca una, non un provvedimento, non una previsione, ma guai a dirglielo: insorge tutta la repubblica (be', se non tutta la repubblica, insorge almeno Repubblica, che dichiara guerra a evasori fiscali, mormoratori, kulaki, lavoratori autonomi e altri parassiti sociali). È l'altra faccia del rigore tedesco di scuola italiana: la Ghepeù de noantri.
DI ISHMAEL DA “ITALIAOGGI” 27 GIUGNO

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