martedì 28 agosto 2012

IL CRISTIANESIMO VISSUTO


Questa storia particolare [il cristianesimo vissuto], che si racconta anche con entusiasmo, è realmente universale, conviene realmente a tutti gli uomini e a ognuno degli uomini? Ha la forza e la dignità culturale per paragonarsi con le conquiste delle scienze naturali e sociali, che sembrano ridurla a un puro sentimento soggettivo che si limita all’ambito del privato? Mi sono ricordato, in merito, della canzone di Chieffo: “Ti diranno che tuo padre era un personaggio strano, un poeta fallito, un illuso di un cristiano; ti diranno che tua madre era una sentimentale, che pregava ancora Dio mentre si dovrebbe urlare”. La storia che abbiamo narrato potrebbe essere - in fondo, in fondo - nient’altro che poesia, un’illusione che ti consola, una specie di autoconvincimento emotivo? Se negli anni 70 prevaleva il rifiuto del cristianesimo in nome di una ribellione sociale e politica, oggi la sfida è diversa, forse più profonda. Non c’è bisogno di eliminare la fede cristiana; si preferisce negare il suo carattere universale; basta chiuderla nel ghetto delle opinioni soggettive, dei sentimenti o delle convinzioni particolari, che si possono professare in privato, sempre che non abbiano la pretesa di dire la verità circa l’uomo, il mondo e Dio.
JAVIER PRADES MEETING DI RIMINI

LEGGI TUTTO
http://it.clonline.org/detail.asp?c=1&p=0&id=554


Nessun commento:

Posta un commento