giovedì 8 novembre 2012

UN'AMERICA DIVISA SCEGLIE OBAMA


OBAMA HA VINTO LE ELEZIONI PRESIDENZIALI.

Il New York Times ha titolato “Un’America divisa sceglie Obama”. Lo slittamento a destra iniziato con le elezioni di medio termine non ha consentito alla “Right Nation” di vincere.

In questo quadro, quale è stata la posizione della Chiesa Cattolica?

Gia Benedetto XVI nel gennaio di quest’anno, ricevendo i vescovi degli Stati Uniti a Roma  aveva messo all’ordine del giorno il tema della Libertà Religiosa dicendo: (…)  è fondamentale che l'intera comunità cattolica negli Stati Uniti riesca a comprendere le gravi minacce alla testimonianza morale pubblica della Chiesa che presenta un secolarismo radicale, che trova sempre più espressione nelle sfere politiche e culturali. La gravità di tali minacce deve essere compresa con chiarezza a ogni livello della vita ecclesiale. Particolarmente preoccupanti sono certi tentativi fatti per limitare la libertà più apprezzata in America, la libertà di religione. Molti di voi hanno sottolineato che sono stati compiuti sforzi concertati per negare il diritto di obiezione di coscienza degli individui e delle istituzioni cattolici per quanto riguarda la cooperazione a pratiche intrinsecamente cattive. Altri mi hanno parlato di una preoccupante tendenza a ridurre la libertà di religione a una mera libertà di culto, senza garanzie per il rispetto della libertà di coscienza.(…)..

Circa un mese fa a New York, il cardinale Dolan, presidente della conferenza episcopale degli Stati Uniti, presenti  Obama e Romney alla tradizionale cena di beneficenza della Alfred E. Smith Foundation, ha tenuto un breve discorso  nel quale ha riconosciuto elementi positivi in entrambi i candidati (tanto che, spiega, “bisogna stare sempre dalla parte dei più deboli,come i bambini nascituri -Romney si dice alleato dei cattolici perché difende la vita-, e come i poveri senza assicurazione sanitaria -Obama punta di più sui temi sociali)”. Ma alla conclusione ha affondato a sorpresa il coltello difendendo la libertà di religione offesa dalla riforma sanitaria di Obama, quella riforma che “obbliga i datori di lavoro a includere contraccezione, sterilizzazione e medicine che possono causare l’aborto nelle polizze di sicurezza che devono obbligatoriamente pagare ai loro dipendenti”. Parole dure che pur scuotendo  i presenti, hanno provocato un lungo applauso.

A poche ore dalle elezioni americane la Conferenza episcopale statunitense prende a tutti gli effetti la sua posizione. I vescovi affermano che Obama ha trasformato la libertà di religione (citata nel primo emenndamento della Costituzione) in libertà di culto, senza garanzie per la coscienza, così come aveva detto Benedetto XVI.  In tutte le chiese cattoliche d’America domenica 4 novembre è stato letto un messaggio dei Vescovi, riportato nel nuovissimo sito internet della Conferenza Episcopale www.firstamericanfreedom.com

Politicians Should Protect Our Faith, Not Rewrite It.

Così titola il manifesto che continua: “Negli Stati Unit la libertà religiosa è gravemente minacciata”. E ancora “Recentemente il dipartimento della Salute e dei Servizi umani ha varato una legge che impone a tutti i datori di lavoro (con poche e limitate eccezioni per quanto concerne gli istituti religiosi) di offrire ai propri dipendenti piani assicurativi privati che includano anche la sterilizzazione, la contraccezione e la distribuzione di farmaci abortivi”.

Il messaggio è chiaro ed è diretto dai vescovi a “chiunque vincerà le elezioni”. Chiunque avrà la meglio dovrà risolvere questo temibile attacco alla libertà di coscienza.
 

Che ci siano divisioni fra l’elettorato cattolico è fuori di dubbio. Ma il punto è un altro: per i cattolici conta di più la difesa della vita che Romney promette di non disattendere oppure le aperture sociali già dimostrate da Obama? I vescovi è da tempo che hanno fatto la loro scelta. “E’ importante che i cattolici quando votano si accertino di non sostenere mali intrinseci come l’aborto, che è male in tutte le circostanze”, ha detto recentemente l’arcivescovo di Philadelphia Charles Chaput.

E proprio per prevenire eventuale critiche che potrebbero sostenere un disinteresse dei Vescovi per le opere di Carità l’inizio del manifesto dei Vescovi proclama:

“Come cattolici noi siamo chiamati a vivere la nostra fede ogni giorno, non solo la domenica. Noi serviamo i poveri e i bisognosi, proteggiamo la vita ad ogni livello, accogliamo gli immigrati e lottiamo per la giustizia sociale. Il nostro impegno deriva direttamente dalla nostra fede; le due cose non possono essere separate. Queste sono questioni di coscienza e di principio, non soggette a negoziazioni o a compromessi politici. Leggi qui la sintesi del  documento:


In un altro documento organico con molti esempi (Religious Liberty Under Attack—Concrete Examples ) i Vescovi rivolgendosi ai cattolici e gli americani invitano a “stare in guardia, perché la libertà religiosa è sotto attacco, sia in patria sia all’estero

leggi qui

Il confronto è appena iniziato, ma la battaglia dei cattolici americani è la battaglia comune di ogni cattolico.

Nessun commento:

Posta un commento