martedì 4 dicembre 2012

LA SINISTRA AL GOVERNO?


Al posto dei valori non negoziabili avremo i diritti individuali insaziabili


3 Dicembre 2012

Difficile non condividere le preoccupazioni di Stefano Fontana su "La nuova bussola quotidiana" di venerdì scorso, considerati anche i risultati delle primarie del Pd. Gli italiani che hanno come riferimento i valori non negoziabili rischiano di non avere più rappresentanti nel prossimo parlamento.
La situazione, in effetti, è drammatica. La vittoria indiscutibile di Bersani alle primarie del Pd significa un'ulteriore spinta a sinistra del partito, e il contributo di Vendola è stato decisivo. Le forze più estremiste di quell'area, attualmente in SEL, rientreranno agevolmente in parlamento, dopo la cocente sconfitta del 2008 che aveva cancellato Rifondazione Comunista: le conseguenze nel programma politico del partito che si prepara a vincere le prossime elezioni, il Pd, sono evidenti.

In luogo dei valori non negoziabili avremo i diritti individuali insaziabili, i quali, essendo a costo zero ma ad elevatissimo impatto mediatico - dalle unioni gay al fine vita - saranno fra i primi provvedimenti ad essere varati da una eventuale futura compagine governativa targata Partito Democratico dove i cattolici presenti, già poco significativi per il fatto di essere "adulti", rischiano di non arrivare neppure, "rottamati" anche dal segretario Bersani, che sicuramente utilizzerà la sua vittoria per rinnovare la classe dirigente e liberarsi di tanti condizionamenti.
Nel PdL gli attacchi reiterati di Bondi e Galan alla componente cattolica mostrano la tentazione di mettere in un angolo quel gruppo che più di ogni altro, in parlamento, ha fatto suo l'appello ai valori non negoziabili, concretizzandoli in iniziative politiche che hanno coinvolto - piaccia o meno a Bondi e Galan - laici e cattolici anche dell'opposizione, come ha dimostrato l'ampio consenso raccolto nelle votazioni per la legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento.
Un attacco, quello di Bondi, che suona strano, considerando che Eugenia Roccella era stata subito indicata come "sottosegretario ai temi etici", concretamente con precise deleghe al Ministero della Salute, e tenuto conto che al Ministro Sacconi l'incarico di coordinare le politiche inerenti alla bioetica era stato dato successivamente al caso Englaro. L'allora Presidente del Consiglio Berlusconi, insomma, aveva tracciato una linea politica ben precisa in questo ambito: se il violento e reiterato attacco di Bondi avesse avuto un qualche via libera dalla dirigenza del partito, significherebbe un incomprensibile e suicida dietro-front sull'unico punto che ancora potrebbe attrarre i voti dei cattolici, in gran parte allontanati dal PdL dalle vicende personali di Berlusconi.

Che l'UdC possa essere un argine all'onda laicista in parlamento, è solo una pia illusione: hanno già detto con chiarezza, Pierferdinando Casini in testa, che i valori non negoziabili saranno tenuti fuori dalle alleanze di governo, confermando l'antico modus operandi della Democrazia Cristiana, la quale - tanto per fare un esempio - non minacciò certo una crisi di governo quando il parlamento approvò la legge sull'aborto. Se per costruire le alleanze certe questioni non vengono neppure tenute in considerazione, vuole dire che non sono decisive per chi fa politica (ve l'immaginate la Lega non considerare il tema dell'immigrazione per decidere con quale partito allearsi?).
Per quanto riguarda poi "Verso la Terza Repubblica", i moderati intorno a Montezemolo, abbiamo già letto le dichiarazioni di Andrea Romano, intellettuale di area: i cattolici di quel gruppo (tra cui Andrea Riccardi, Andrea Olivero e Raffaele Bonanni) hanno beatamente rinunciato a indicare nel manifesto di riferimento i valori non negoziabili, per rendere la proposta più inclusiva.
Insomma: se con l'operazione "Todi" un'importante rappresentanza dell'associazionismo cattolico ha segnato la distanza dal governo Berlusconi, dando un contributo decisivo alla sua fine, dopo solo un anno quel mondo corre seriamente il rischio di non avere più rappresentanti in parlamento a raccogliere la proposta del Card. Bagnasco, fatta anche all'apertura dei lavori a Todi, per una presenza dei cattolici in politica che metta al primo posto i principi non negoziabili.

Tanto più è decisiva, quindi, la partita che si gioca intorno a quello che Stefano Fontana indica come "il gruppo di Norcia" (Eugenia Roccella, Gaetano Quagliariello e Maurizio Sacconi, in primis), quei politici del PdL che potrebbero essere un possibile centro di nucleazione per i cattolici che guardano a quei valori come alla cornice del loro agire politico.
Se il tanto annunciato rinnovamento del PdL intorno ad Alfano come candidato premier li coinvolgerà in modo significativo, certi orientamenti sui valori non negoziabili saranno ancora rappresentati nel prossimo parlamento, in continuità con quanto fatto finora.
Ma se questo processo, sciaguratamente, dovesse fallire, potrebbe accadere che un figlio diretto della storia comunista sia per la prima volta eletto per essere premier del prossimo governo (Prodi era in prestito dalla DC, e D'Alema, unico comunista ad essere presidente del consiglio, lo è diventato per complotti di palazzo che hanno avuto proprio Prodi come vittima), per guidare una legislatura dove i cattolici saranno davvero, e per la prima volta, irrilevanti.

 

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