domenica 31 marzo 2013

LA FESTOSITA' DELLA VITA


Luigi Giussani
(da Spirto Gentil pag.330-331
ed. BUR saggi)

 

Se si soffoca il Mistero come dimensione del proprio rapporto con le persone e con le cose, tutta la realtà diventa come un gioco, è fatta a pezzi, gli sguardi e le mani la scindono in parti senza nesso.
 
La drammaticità della vita è in questa alternativa.


William Congdon "Ego Sum"
L’alternativa nella vita è fra la risposta al Mistero, che siamo chiamati a dare, e il vivere secondo la legge del «mi pare e piace». Il compito che ci è stato dato è per noi e, come esempio, per il mondo; questo compito è per il mondo. Cristo, unico, è morto per richiamare il mondo al fatto del Padre; così, per quanto pochi siamo, noi siamo stati chiamati a questo compito per richiamare il mondo. Non c’è via di mezzo tra il compito e il «pare e piace».


Nella notte del Sabato Santo accade il Fatto che salva l’esistenza umana dal confuso tremolio cui sembrerebbe destinata e la innalza verso un compito festoso.

La realtà è già in mano a Colui che l’ha vinta, che l’ha riconquistata a sé; tutta la realtà è creatura sua, tanto che il significato di tutta la realtà è la sua Persona. Tutto in Lui consiste. A noi spetta il compito di mostrarlo a tutti, di affermarlo.

Non siamo dei pezzi senza senso, la nostra vita non è un gioco! Ciò che è iniziato nella nostra vita è una costruzione. Ed è il rapporto col Mistero, il rapporto col destino, il rapporto con la felicità che ci rende originali radicalmente, come un mondo totalmente diverso, in questo mondo. Che tutto sia riunito in una unità inconfusa, in una armonia, in un canto, in una sinfonia: questo è veramente un altro mondo, un mondo splendente di luci e di colori, dove tutto è ordinato a uno scopo, a una bellezza; così nella nostra vita è penetrato ciò che dà significato e scopo a tutto, che ricrea una armonia.

È una compagnia che, innanzitutto, apre questa prospettiva. È una compagnia per il mondo, è una compagnia che si apre assumendo le prospettive stesse di Cristo, cioè la redenzione del mondo, la salvezza del mondo, gridare la verità del mondo, gridare la felicità che aspetta il mondo, gridare ciò di cui il mondo è fatto e gridare il destino del mondo, che a poco a poco invade e determina tutto.

È in questo popolo che viene portato il significato della vita di tutti i popoli, anzi, di tutta la realtà.
 
(dal commento di Giussani a "La Grande Pasqua Russa" di Nikolaij Rimskij Korsakov, con alcuni tagli)

POST NUMERO 800

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