martedì 30 aprile 2013

IL NUOVO GOVERNO

ASSUNTINA MORRESI


Se il 23 febbraio scorso, alla vigilia delle elezioni, quando ero psicologicamente pronta e rassegnata alla sinistra al governo, mi avessero fatto vedere la squadra messa insieme oggi da Enrico Letta, non ci avrei creduto.

Onestamente pare un buon governo, considerate le premesse. O almeno ha tutte le carte in regola per esserlo. Diciamo che è quanto di più simile a un monocolore democristiano (con tutte le correnti rappresentate) con qualche innesto esterno.

Innanzitutto – questo è quello che più mi interessa – nel parlamento meno cattolico della storia repubblicana abbiamo il governo più cattolico che potessimo sperare (sempre considerando come eravamo partiti). Per come era cominciata la campagna elettorale, con il Pd che marciava vittorioso e il PdL abbastanza acciaccato, è un traguardo insperato.

Certo, la nuova ministra delle pari opportunità si è già pronunciata a favore del matrimonio omosessuale, che però nessuno si sogna di mettere sul piatto in un governo come questo, e d’altra parte già adesso “grazie” alla Fornero vediamo in TV una pubblicità contro l’omofobia che – per usare un eufemismo – lascia molto a desiderare. La Bonino sta nell’unico ministero in cui può fare pochi danni (immaginatela alla Salute o alle pari opportunità): per lo meno è filoamericana e pro-Israele. Il Pd è riuscito nel capolavoro di non dare praticamente nessun dicastero ai big di partito: tranne Franceschini, sono tutti al palo. Considerando che hanno dato via le Presidenze di Camera e Senato a due esterni al partito (la Boldrini era con SEL, e Grasso, pur in lista con il Pd, non è certo uno cresciuto dentro il partito ) nell’illusione di ammorbidire Grillo, il loro bilancio è disastroso.

Il PdL ha messo buone personalità: un bel ricambio generazionale. I maligni già dicono che non essendoci i “big” del partito, Berlusconi potrà attaccarli e andare presto alle elezioni, affossando questi che hanno quasi tutti aderito a “Italia Popolare”, che volevano le primarie per Alfano e che sono stati spiazzati dal ritorno in campo di Berlusconi. Io credo invece che se il berlusconismo e il centrodestra avranno un futuro oltre Berlusconi, non sarà certo per la Brambilla, per Bondi, per Capezzone o la Santanchè, tanto per fare qualche nome, cioè non sarà per i cosiddetti “falchi” del PdL. E’ più facile che il futuro del centro destra sia intorno a gente come questa che adesso è andata al governo, e che potrà attirare quel che resta di Scelta Civica.
Insomma: pericolo scampato. Almeno per ora. .

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