mercoledì 24 aprile 2013

LE MARIAGE GAY


La democratica, la illuminista, la progressista, la razionalista Francia, dopo aver dato asilo a terroristi e assassini di ogni genere, sbatte in galera chi manifesta per difendere il matrimonio naturale.

E’ davvero “una vittoria dell’uguaglianza”, per usare le parole più abusate in queste ore, il “mariage pour tous” tra persone dello stesso sesso, approvato ieri dal Parlamento francese con 331 voti contro 225? In un paese attraversato da una mobilitazione contraria – che non ha alcuna intenzione di smobilitare, e che nessuno si sarebbe aspettato così convinta, larga e trasversale – le nozze gay alla francese hanno clamorosamente mancato l’obiettivo di far dimenticare le altre promesse elettorali che il presidente Hollande è al momento impossibilitato a onorare. Il risultato è una legge che nega la realtà mentre spacca il paese, nel momento in cui accorda la qualità di matrimonio, e quindi la possibilità di adozione, all’unione tra due persone dello stesso sesso. La Francia, tra i primi paesi al mondo, si è dotata di una legge sui patti civili di convivenza aperti a chiunque.

Restava però da soddisfare la possibilità di adottare, cioè di far passare per plausibile la finzione per la quale due uomini e due donne possono “avere” un figlio insieme. Aver voluto insistere su questa strada, senza accettare di consultare davvero i francesi, se ha portato all’ovvio risultato dell’approvazione (resa possibile per via della preponderanza socialista in Parlamento), non ha impedito che tra i francesi diventasse maggioritaria l’ostilità alla legge per quanto riguarda gli aspetti legati alla filiazione. E l’aver voluto ignorare proteste che trovano pochi precedenti nella storia recente della Francia, fa crescere la sensazione che il prezzo politico di quella sedicente “vittoria dell’uguaglianza” potrebbero prima o poi ritrovarselo a carico i “vincitori” di oggi.

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