giovedì 2 maggio 2013

LA QUARAQUAQUESSA


“La disperazione si diffonde e prende ormai troppo spesso le forme della violenza contro se stessi e contro gli altri. La vittima che diventa carnefice.” (L. Boldrini, 1 maggio 2013)

Eh, no, cara Presidente Boldrini, non ci siamo.

Ogni carnefice può essere stato prima una vittima, ma ciò non giustifica nulla. Non c’è sofferenza non c’è ingiustizia subita che giustifica una violenza di questo genere.

Lei ha pronunciato questa frase a Portella della Ginestra dove nel 1947 avvenne una strage terribile e anche allora c’era la crisi. Che cosa dobbiamo dire di Salvatore Giuliano e dei suoi banditi? Che erano impazziti perché avevano avuto troppe sofferenze?

Anche a Civitanova ha esagerato a dare la colpa alla crisi di un suicidio di quel genere, però ha messo la faccia dove tanti politici non l’hanno messa.

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Poi ha ripetuto questa frase sulla sofferenza dell’Italia, che poteva generare la violenza di Preiti , a un metro dalla Camera, e lì l’ho capita meno, però forse era uno sfogo emotivo.

Questa volta però ci ha pensato, in un discorso pronunciato a freddo a Portella della Ginestra, e mentre lei parlava a Torino, durante la manifestazione del 1 Maggio c’erano striscioni che inneggiavano a quel Preiti.

Negli anni 70 a Milano un ragazzo che sparava allo stesso modo fu subito espulso dalla società civile, tutti lo condannarono e nessuno si azzardò a dire “però c’era la sofferenza sociale che lo spingeva a quel gesto”.

Beh, lei adesso non ci faccia tornare al peggio degli anni 70.

Paolo Liguori , dal tgcom24 dell’1 maggio

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