venerdì 3 maggio 2013

LA VERGOGNA E' UNA VIRTU'


PAPA FRANCESCO
Omelia nella S. Messa a Santa Marta 

29 aprile 2013

BENEDETTA VERGOGNA

Nella prima lettera di san Giovanni (1, 5-2, 2) l’apostolo parla ai primi cristiani e lo fa con semplicità: Dio è luce e in Lui non c’è tenebra alcuna. Ma se diciamo di essere in comunione con Lui, e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. E Dio bisogna adorarlo in spirito e in verità.

Cosa significa camminare nelle tenebre? Andare nelle tenebre significa essere soddisfatto di se stesso. Essere convinto di non aver necessità di salvezza. Quelle sono le tenebre! E quando uno va avanti su questa strada delle tenebre, non è facile tornare indietro. Perciò Giovanni continua “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi”. Guardate ai vostri peccati, ai nostri peccati: tutti siamo peccatori, tutti. Questo è il punto di partenza.
Ma se confessiamo i nostri peccati , Egli è fedele, è giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.


Quando il Signore ci perdona fa giustizia. Sì, fa giustizia prima a se stesso, perché Lui è venuto per salvare e quando ci perdona fa giustizia a se stesso. “Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono”, verso quelli che vanno da Lui. La tenerezza del Signore. Ci capisce sempre, ma anche non ci lascia parlare: Lui sa tutto. “Stai tranquillo, vai in pace”, quella pace che soltanto Lui dà.
È quanto succede nel sacramento della riconciliazione. Tante volte  pensiamo che andare a confessarci è come andare in tintoria. Ma Gesù nel confessionale non è una tintoria. La confessione è un incontro con Gesù che ci aspetta come siamo. “Ma, Signore, senti, sono così”. Ci fa vergogna dire la verità: ho fatto questo, ho pensato questo. Ma la vergogna è una vera virtù cristiana e anche umana. La capacità di vergognarsi: non so se in italiano si dice così, ma nella nostra terra a quelli che non possono vergognarsi gli dicono sinvergüenza. Questo è “uno senza vergogna”, perché non ha la capacità di vergognarsi. E vergognarsi è una virtù dell’umile.(…)  Adesso, come dobbiamo andare dal Signore, così, con la nostra verità di peccatori? Con fiducia, anche con allegria, senza truccarci. Non dobbiamo mai truccarci davanti a Dio! Con la verità..

Gesù aspetta ciascuno di noi Matteo (11, 25-30): “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile nel cuore”.
Umiltà e mitezza sono come la cornice di una vita cristiana. Un cristiano va sempre così, nell’umiltà e nella mitezza. E Gesù ci aspetta per perdonarci. Possiamo fargli una domanda: allora andare a confessarsi non è andare a una seduta di tortura? No! È andare a lodare Dio, perché io peccatore sono stato salvato da Lui. E Lui mi aspetta per bastonarmi? No, con tenerezza per perdonarmi. E se domani faccio lo stesso? Vai un’altra volta, e vai e vai e vai. Lui sempre ci aspetta. Questa tenerezza del Signore, questa umiltà, questa mitezza.


(…)  «Se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre», questo ci dà respiro. E se abbiamo vergogna? Benedetta vergogna, perché quella è una virtù. Il Signore ci dia questa grazia, questo coraggio di andare sempre da Lui con la verità, perché la verità è luce. E non con la tenebra delle mezze verità o delle bugie davanti a Dio.


 

Nessun commento:

Posta un commento