lunedì 26 agosto 2013

TRISTI LEZIONI DALLA VICENDA IMU



 di Marco Bertoncini  

C'è un aspetto perfino avvilente nel tormentone sull'Imu. Il governo è incapace di reperire 2 miliardi. Tutto ruota intorno alla pessima volontà del Pd di appagare una battaglia sostenuta, e con ragione, dal Pdl. Davvero grave è che da settimane politici e tecnici sbattano la testa contro il muro della carenza di fondi.
Se ne ricavano alcune tristi lezioni. La maggioranza, con eccezioni, non intende accedere all'esigenza di diminuire il carico fiscale. Quando si parla di far diminuire un'imposta (è il caso dell'Imu sulla prima casa), subito vengono fuori compensazioni e rimodulazioni, cioè aggravamenti tributari a carico di varie categorie. Populismo e demagogia dominano, all'insegna così del «chi più ha più paghi» come dell'applicare criteri reddituali a imposte patrimoniali.
La verità è semplice: non si fanno le riforme. Al più, si parla di tagli. Di incidere, con provvedimenti validi non contingentemente bensì permanentemente, sulle grandi fonti di spesa, nessuno parla. Liberalizzazioni, privatizzazioni, ristrutturazioni, costi della politica, soppressione di enti pubblici: prevale il silenzio, o al più si mendicano scuse per rinviare i provvedimenti. Il debito pubblico sale ogni giorno, e tutto si riduce a prendere atto, a ogni comunicato ufficiale, dell'incremento registrato.
Ad aggravare la situazione c'è l'esistenza di una maggioranza che, mercé le larghe intese, fruisce di una base parlamentare quasi senza precedenti. Avrebbe i numeri per assumere decisioni tanto impopolari, quanto indispensabili. Viceversa, balbetta di revisioni delle accise o di balzelli su giochi o sigarette. Esemplare è la vicenda del finanziamento ai partiti, che rimarrà con la sola (e falsa) aggiunta dell'aggettivo «indiretto»

DA Italia Oggi

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