sabato 7 dicembre 2013

L'INCOMBENZA DELLA SUA VENUTA

Appunti da una conversazione di Luigi Giussani in occasione del ritiro d’Avvento dei Memores Domini, 28 novembre 1971
LUIGI GIUSSANI



La prima domenica di Avvento ci fa iniziare la nuova vita della Chiesa, un nuovo anno. Un anno ha una importanza grande nella vita, perché nella vita di anni ce ne sono ottanta, novanta (ottanta nel migliore dei casi e novanta se si è eccezionalmente fortunati). Di questi ottanta o novanta, quindici, se non venti, sono persi inutilmente, o pressappoco, sono incoscienti (per chi ha incontrato la comunità cristiana, invece di venti facciamo diciassette!). Perciò, un anno ha una importanza grande nella vita. E anche se, da un certo punto di vista, può sembrare artificioso il dividere il tempo in questo modo, il dare importanza a questa divisione io credo che sia molto più intelligente che artificioso. La Chiesa aumenta di molto questa certezza, perché, con l’anno liturgico, seguendo - almeno per noi del mondo occidentale - i ritmi della natura e paragonando ai ritmi della natura i ritmi dell’esistenza cristiana (dell’esistenza cristiana come storia e dell’esistenza cristiana come persona), ritmando così il suo anno sui tempi della natura, che così immediatamente simboleggiano e segnano i tempi dell’esistenza personale e i tempi dell’esistenza storica, veramente la Chiesa fa un’opera pedagogica non indifferente.
Credo che sia molto importante, realmente, questo momento. È importante, una volta che lo si richiami, molto di più per l’avvenimento d’una coscienza in noi, d’una vigilanza in noi, che neanche per le parole che possiamo sentire su di esso. Qualche parola, però, può aiutare la nostra coscienza. Ma tutto il problema sta nella nostra coscienza.

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