venerdì 20 dicembre 2013

QUANDO RENZI DIFENDEVA IL FAMILY DAY


16 Dicembre 2013

"C’è uno sguardo carico di ideologia sulla famiglia. Tutto ciò che viene detto dalla Chiesa viene visto come ingerenza. Non c'è bisogno di essere cattolici per difendere la famiglia. Quando non si coglie il fatto storico di un milione di persone in piazza per il Family Day, si commette un errore gravissimo". Chi l’ha detto? No, non Giovanardi o la Roccella, bensì Matteo Renzi, allora presidente della provincia di Firenze, presentando il libro di papa Ratzinger su Gesù, insieme a Giuliano Ferrara.

Non è stata una dichiarazione occasionale, fatta dopo il successo dell’evento: Matteo prese posizione anche prima, promettendo che sarebbe stato presente con tutta la famiglia in piazza San Giovanni, dove si manifestava contro le unioni civili (i Dico della Bindi), a favore della famiglia formata da un uomo e da una donna. La Chiesa oggi conta meno, e non c’è bisogno di una messa per ottenere Parigi. La segreteria del Pd e la candidatura alla premiership valgono bene una capriola ideale, così oggi Matteo scatena un’ovazione all’assemblea milanese del suo partito affermando che è urgente introdurre la civil partnership, che è praticamente un matrimonio: altro che i Dico!

La stampa italiana sembra imbambolata di fronte a questo brillante giovanotto che spara battute con piglio da mattatore del palcoscenico, facendo da contraltare a un attore consumato come Grillo. I contenuti, in questo contesto, sono secondari, e nessuno chiederà spiegazioni al sindaco di Firenze per i suoi voltafaccia.

Dichiara che vuole "uccidere i retroscenisti parlando il linguaggio della franchezza" ma a volte conta di più quello che si tace, per calcolo opportunistico. Renzi si scaglia in apparenza contro Grillo, ma in realtà vuole far fuori i moderati, il suo obiettivo vero siamo noi del Nuovo centrodestra, e per questo punta sulle unioni civili e su qualunque tema che possa incrinare la maggioranza di governo.

Renzi vuole come avversari Grillo e Berlusconi, meglio ancora Verdini (ottimo per eventuali accordi sulla legge elettorale: è dalla Toscana che è nato il modello Porcellum) e non Alfano. Per fare questo si può anche dire il contrario di quello che si è solennemente affermato qualche anno fa: tanto se qualcuno chiede spiegazioni, basta liquidarlo con una battuta.

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