martedì 28 gennaio 2014

UN CIRCUITO INFERNALE

Mettiamola così. Berlusconi invita a casa sua le ragazze e gli amici e si diverte senza commettere reati dimostrabili con prove (giudizio morale e politico sono altra cosa). E’ un impresario, oltre che un imprenditore: ama piacere, regalare, mostrarsi generoso da decenni e con mille del suo circuito amicale. Le donne sono care, lo dicono anche i librettisti delle grandi opere dell’Ottocento. Gli vengono addebitati reati infamanti. Lo si persegue in giudizio e lo si condanna spicciativamente. 
Dominique Strauss-Kahn, sul quale insiste il sospetto di un reato infamante e un’accusa circostanziata della vittima della violenza in altri contesti beccata a mentire, incappa in una giustizia che usa le prove e, quando non le ha per difetto di credibilità del teste d’accusa, desiste nonostante un quadro accusatorio allarmante (quello di Berlusconi invece è grottesco).
Gli amici di Berlusconi vengono infangati, le donne in particolare sono letteralmente sputtanate. Si dice: queste mignotte mentono perché lui le paga. Lui è sempre stato liberale e generoso con loro, non sono signore della buona società, si sa. Ha sempre fatto tutto in chiaro, non da conti segreti, e ne ha parlato mille volte alla stampa e in sedi pubbliche. Anzi, si lamenta perché la sua generosità ora, con l’azione giudiziaria, è diventata un obbligo di assistenza a persone in difficoltà, senza futuro e senza lavoro. 
Il tribunale che lo condanna nel modo detto aggiunge alla sentenza un sottotesto inquisitorio: se aiuta quelle persone sue amiche, che invitava alle sue bisbocce, vuol dire che le paga per dire il falso e dunque commette corruzione in atti di giustizia, lui e tutto il suo corteggio di amici e avvocati. Indagate, colleghi! E i colleghi indagano, i giornali sputtanano ulteriormente, i nemici sperano che a forza di premere da qualche parte spunti, e non è in teoria difficile vista la varietà ed eterogeneità del gruppo festaiolo, qualche accusa di quelle che non sono venute fuori ma non hanno impedito per questo, con la loro assenza, la condanna. E’ un circuito infernale, come ognuno vede, e si chiama malagiustizia.


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