sabato 7 giugno 2014

IL NUOVO CATTOLICESIMO POLITICO PORTA LA DIVISA DEI BOY-SCOUT

Come già nel giorno dell’incontro-evento di Todi con il memorabile editoriale di Ferruccio de Bortoli, anche dopo la vittoria di Matteo Renzi alle elezioni europee il “Corriere della Sera” si è assunto il ruolo di dettare il profilo del politico cattolico finalmente al passo con i tempi, questa volta per la penna di Ernesto Galli della Loggia e non solo.
Che Renzi sia cattolico non è mai stato un mistero. È cresciuto tra i boy-scout e va a messa tutte le domeniche. “Cattolico vero e irrequieto”, l’ha definito Marco Tarquinio, il direttore di “Avvenire”, nell’editoriale di commento alla sua vittoria alle europee.

Ma il 3 giugno Galli della Loggia ha detto di più. Sulla prima pagina del “Corriere” ha salutato in Renzi il successo di “una versione di cattolicesimo efficiente e compassionevole, simpatico e semplice, che oggi, nell’epoca di papa Francesco, è forse il solo cattolicesimo politicamente declinabile e spendibile”.
Pochi giorni prima, in un’intervista all’agenzia SIR della conferenza episcopale italiana, il sociologo Franco Garelli, studioso del cattolicesimo italiano e cattolico lui stesso, aveva ulteriormente specificato così il fenomeno Renzi:
“Renzi è un cattolico, non lo ha mai negato, anzi ogni tanto lo ricorda. Però non fa della sua ispirazione cattolica un castello. La Chiesa era abituata a pensare che chi si impegnava in politica doveva farlo  per promuovere i valori cattolici, mentre lui si impegna in chiave pluralistica, per affermare istanze tipiche della dottrina sociale”.
La “chiave pluralistica” del cattolicesimo renziano è quella che consente a lui e ad altri cattolici di nuova generazione arrivati al potere di sostenere con tranquillità la fecondazione artificiale eterologa, il matrimonio tra persone dello stesso sesso, l’adozione da parte di coppie omosessuali, e altri simili “diritti”. 
Ne fa testo un’intervista a “Vanity Fair” della ministro Maria Elena Boschi, ivi presentata come “cattolica credente”.
Oltre che del clima di papa Francesco, questi nuovi politici cattolici beneficiano della svolta avvenuta ai vertici della conferenza episcopale italiana, ove il nuovo segretario di nomina papale Nunzio Galantino teorizza lo spostamento d’accento dalla difesa della vita e della famiglia alla promozione di istanze più “sociali” come lavoro e salute.
La svolta della CEI ha già avuto il suo riverbero su TV 2000, dove al “ruiniano” Dino Boffo è stato sostituito il cattolico “adulto” Paolo Ruffini, il cui albo d’oro come direttore a RAI 3 e a La 7 è associato ai nomi di Fabio Fazio, Michele Santoro, Daria Bignardi, Gianluigi Nuzzi, Corrado Augias.
Ma è una mutazione che ormai discende “per li rami” del cattolicesimo associato e si manifesta senza più cautele. Proprio a fianco dell’articolo di Galli della Loggia, sullo stesso numero del “Corriere della Sera” del 3 giugno, è uscita una vibrante presa di posizione a favore del “diritto” alla fecondazione eterologa da parte di un medico insigne, il professor Giorgio Lambertenghi Deliliers, specialista del trapianto di cellule staminali emopoietiche.
Oltre che per i suoi meriti scientifici, il professor Lambertenghi è noto per essere stato fino a due anni fa il presidente dell’Associazione dei medici cattolici di Milano. “Martiniano” di ferro, già nel 2005 si era dissociato dalla linea della Chiesa italiana riguardo ai referendum sulla fecondazione artificiale.
Ma ora fa di più. Sul terreno minato dell’eterologa, da storico presidente dei medici cattolici sfida apertamente quelli che definisce “i più agguerriti difensori dell’ortodossia cattolica”. Il nuovo corso del cattolicesimo politico è questo.

 sandro Magister
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RSt201406/140603gallidellaloggia.pdf
http://www.vanityfair.it/news/italia/14/04/22/maria-elena-boschi-intervista-ministro


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