lunedì 21 luglio 2014

PER LA SIRIA

COMITATO NAZIONALE  PER LA PACE IN SIRIA

È stato lanciato nei giorni scorsi a Roma un nuovo ponte di solidarietà che unisce l’Italia alla Siria in conflitto da ormai quasi quattro anni. Formato da “un gruppo di persone unite dal senso di responsabilità e dalla passione per questo Paese”, il Coordinamento Nazionale per la pace in Siria si prefigge l’obiettivo di “aiutare e sostenere il popolo siriano a risorgere dalla guerra”,


Il Villaggio di MAALULA
Ecco una breve presentazione di don Salvatore Lazzara:

Chi siamo?  Per maggiore chiarezza, non siamo un Coordinamento  pro-Hassah, ma per la Siria. Evidentemente nel governo siriano possiamo intravedere limiti innegabili su cui la storia e la giustizia dovranno fare le dovute precisazioni e punire i responsabili. La gente non può essere usata per raggiungere mire di potere. Innegabile allo stesso tempo sono i tentativi di cambiamento posti in essere da Hassad. Qui è necessario fare un grande salto culturale: la percezione della democrazia in quelle regioni, non è quella propagandata dal mondo occidentale. E’ il motivo fondamentale per cui il Medio Oriente, oggi si trova sull’orlo del collasso. Al di là delle singole posizioni, è nostro dovere discernere la giusta via per aiutare la Siria a risorgere. Come abbiamo avuto modo di apprendere, i famosi ribelli sostenuti dalle potenze occidentali e dalle forze contrarie alla Siria, si sono trasformati nel tempo in veri e propri fondamentalisti ed integralisti, i quali hanno provocato stragi di tanti innocenti e la distruzione del patrimonio archeologico, per raggiungere lo scopo della creazione del Califfato islamico d’Oriente. Ad oggi le città di Aleppo e Raqqa e dintorni soffrono pene terribili a causa dei continui bombardamenti e incursioni da parte degli estremisti.

La Siria è un paese di antica tradizione culturale e religiosa. Da secoli convivono insieme popoli, lingue e fedi, diventando per i paesi vicini un esempio da imitare . Quando è iniziata la lotta, si credeva che fosse una ribellione contro il potere costituito. Nel tempo invece è diventata terreno di scontro tra le religioni. Paradossalmente però non si combattono i siriani tra di loro, ma sono i mercenari provenienti dai campi di addestramento e dall’Europa occidentale ed orientale a creare caos e disordine. Letteralmente c’è stata un’invasione integralista che ha messo in serio pericolo le minoranze religiose, subendo pesanti perdite in termini di vite umane e anche culturali. Infatti, uno dei primi obiettivi di Al-Nusdra è stato la distruzione dell’antico villaggio di Maoolula a 85 chilometri da Damasco, dove ancora si parlava la lingua di Gesù, l’aramaico. Nella piccola cittadina, si trova una delle chiese più antiche al mondo, andata ormai completamente distrutta. Una delle note principali del Coordinamento sarà sostenere le minoranze religiose, facendoci voce delle loro necessità e bisogni. Tutti si chiamano fratelli anche se appartengono a religioni diverse, perché innanzitutto sono siriani.  Cercheremo tramite l’informazione e i contatti di presentare all’opinione pubblica il vero volto religioso della Siria, il quale fino ad oggi è stato garantito dalla laicità dello Stato. Una laicità però che non ha nulla in comune con quella propagandata in occidente. 

La guerra produce distruzione e morte. Sarà compito del Coordinamento sostenere l’invio di medici volontari (e di questo già ringrazio l’associazione auxilia) -e tanti altri medici che già hanno dato la loro adesione-, con i quali tenteremo di essere presenti nelle zone più disagiate per soccorrere i deboli e gli indifesi. Siamo alla ricerca di personale disposto a donare parte del loro tempo per i malati e i bisognosi. Ci occuperemo di progetti di ricostruzione: bambini-giovani, sostegno medico, ricostruzione del patrimonio storico-archeologico, con particolare attenzione per Maoolula e Aleppo.

I progetti per la Siria, non saranno precostituiti a pacchetto dall’Italia. Cercheremo di appoggiare le tante attività di ricostruzione presenti già nel territorio. Pertanto in un futuro prossimo sarà necessario recarsi in loco, per prendere contatti con la gente del posto e sostenere così il risanamento. Al contrario entreremmo nelle pastoie burocratiche da cui alla fine non si cava un ragno dal buco.

Il Coordinamento servirà a chiarire i tanti equivoci sulla Siria. Questo è compito soprattutto dei media, per i quali vale sempre la teoria della mela marcia. Il venditore sa che la mela non è buona, ma la lucida, affinché gli occhi possano essere ammaliati dalla sua bellezza. Poi quando si scopre l’imbroglio ormai  è troppo tardi. Purtroppo gli interessi dei potenti nei confronti della Siria sono tantissimi, dunque ognuno cerca di presentare i propri camuffati da opere di solidarietà e di bene, facendo cadere nel tranello l’opinione pubblica. Pertanto sarà responsabilità di ogni membro, segnalare le varie iniziative di cui si viene a conoscenza per vagliarne la veridicità, e in caso smentire la bontà dell’iniziativa. In questi ultimi giorni anche Sant’Egidio è caduto nella trappola. La mostra sul patrimonio archeologico distrutto, allestita a Roma, ha come fine inconsapevole quello di screditare la voglia di riscatto del popolo, appoggiando in maniera subdola i “ribelli moderati”, che in Siria hanno provocato la morte di migliaia di persone. Nei giorni della visita del Papa in terra santa, nella TV della Conferenza Episcopale Italiana, è apparso un tizio, sedicente siriano, per commentare le tappe del viaggio papale. Ho scoperto in seguito che era un terrorista da alcune foto apparse sul web.

Comunicazione e media-. Sarà cura della redazione che formeremo nel giorno dell’incontro, cercare presenze significative da sostenere, perché chi spera e ama, costruisce la storia. A tal proposito sono arrivate diverse e importanti proposte per far conoscere il Coordinamento e quindi il dramma siriano: la giornata di preghiera per la pace in Siria (in ricordo di quella convocata da Papa Francesco alla vigila dell’attacco USA), flash mob davanti alle ambasciate con annesse pacifiche manifestazioni organizzate, diffusione della newsletter, incontri pubblici, articoli, sostegno all’attività dei siriani in Italia e in Europa,  sensibilizzazione dei giornalisti, tavole rotonde, testimonianze, creazione di piccoli circoli locali per la Siria, e tanto altro.



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