mercoledì 26 novembre 2014

UN NUOVO PAPA A STRASBURGO


DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AL PARLAMENTO EUROPEO
Strasburgo, Francia
Martedì, 25 novembre 2014

I VALORI INALIENABILI 
PERSONA FAMIGLIA LAVORO


Signor Presidente, Signore e Signori Vice Presidenti,
Onorevoli Eurodeputati,
Persone che lavorano a titoli diversi in quest’emiciclo,
Cari amici,

vi ringrazio per l'invito a prendere la parola dinanzi a questa istituzione fondamentale della vita dell'Unione Europea e per l'opportunità che mi offrite di rivolgermi, attraverso di voi, agli oltre cinquecento milioni di cittadini che rappresentate nei 28 Stati membri. Particolare gratitudine, desidero esprimere a Lei, Signor Presidente del Parlamento, per le cordiali parole di benvenuto che mi ha rivolto, a nome di tutti i componenti dell'Assemblea.
La mia visita avviene dopo oltre un quarto di secolo da quella compiuta da Papa Giovanni Paolo II. Molto è cambiato da quei giorni in Europa e in tutto il mondo. Non esistono più i blocchi contrapposti che allora dividevano il continente in due e si sta lentamente compiendo il desiderio che «l'Europa, dandosi sovranamente libere istituzioni, possa un giorno estendersi alle dimensioni che le sono state date dalla geografia e più ancora dalla storia»[1].

Accanto a un'Unione Europea più ampia, vi è anche un mondo più complesso e fortemente in movimento. Un mondo sempre più interconnesso e globale e perciò sempre meno "eurocentrico". A un'Unione più estesa, più influente, sembra però affiancarsi l'immagine di un'Europa un po’ invecchiata e compressa, che tende a sentirsi meno protagonista in un contesto che la guarda spesso con distacco, diffidenza e talvolta con sospetto.
Nel rivolgermi a voi quest'oggi, a partire dalla mia vocazione di pastore, desidero indirizzare a tutti i cittadini europei un messaggio di speranza e di incoraggiamento.
Un messaggio di speranza basato sulla fiducia che le difficoltà possano diventare promotrici potenti di unità, per vincere tutte le paure che l’Europa - insieme a tutto il mondo - sta attraversando. Speranza nel Signore che trasforma il male in bene e la morte in vita.
Incoraggiamento di tornare alla ferma convinzione dei Padri fondatori dell'Unione europea, i quali desideravano un futuro basato sulla capacità di lavorare insieme per superare le divisioni e per favorire la pace e la comunione fra tutti i popoli del continente. Al centro di questo ambizioso progetto politico vi era la fiducia nell'uomo, non tanto in quanto cittadino, né in quanto soggetto economico, ma nell'uomo in quanto persona dotata di una dignità trascendente.
Mi preme anzitutto sottolineare lo stretto legame che esiste fra queste due parole: "dignità" e "trascendente".

IL RAZZISMO DI REPUBBLICA

Il problema di fondo del caso Cesana. «Chi ama la res publica avrà la mano mozzata»
da TEMPI, novembre 25, 2014 Luigi Amicone

Il problema è che Cesana non fa nessun assalto, a meno di interpretare come un “assalto” il far bene il proprio mestiere di amministratore pubblico.


Non occorre essere di Milano e conoscere i fatti per essere in grado di esprimere un giudizio, come si dice, a ragion veduta. Come può accadere a ognuno di noi tutte le volte che ci impediamo di conoscere “come stanno le cose” e ci attestiamo testardamente su “come le vediamo noi le cose” facendo vincere il peggio di noi, cioè pregiudizio, arroganza, ignoranza, tale Giancarlo Cesana, professore universitario e da quattro anni presidente della Fondazione Policlinico di Milano (nomina della giunta Formigoni confermata dalla giunta Maroni), non deve proporre un suo candidato a un certo ruolo pubblico e, per giunta, deve anche dimettersi. Perché? Perché lo vuole Repubblica.

Naturalmente l’unico modo con cui una corazzata dell’informazione come Repubblica può chiedere le dimissioni di chicchessia e porre il veto a una nomina che la legge disciplina e assegna non ai giornali di proprietà privata, ma ai preposti organi dello Stato, è scatenare la gazzarra. Cioè una campagna a mezzo stampa. C’è diffamazione e calunnia da parte di Repubblica nello spingere la figura di Cesana a rappresentare l’intero movimento a cui appartiene e così, parte per il tutto, come ha titolato il giornale debenedettiano nel suo dorso milanese, all’apice della sua tre giorni di virulenta campagna anticiellina, «Cl va all’assalto del patrimonio»?

Prima ancora di valutare il profilo eventualmente calunnioso e diffamatorio di un titolo sparato per mettere a fuoco il bersaglio e portare il lettore sul terreno dell’indignazione e della stigmatizzazione di questa «Cl» che «va all’assalto del patrimonio», bisognerebbe chiedersi di che razza di “assalto” è questo di Cesana. Bene, l’assalto è questo. Cesana propone come candidato alla presidenza di un ente che gestirà la messa a reddito del patrimonio del Policlinico, la stessa persona che in questi anni ha rimesso in sesto e valorizzato un patrimonio pubblico che giaceva immobilizzato, soggetto a gestioni opache e clientelari. L’assalto è questo: Cesana ha proposto in maniera trasparente, appropriata e approvata da tutti gli organi dello Stato a cui spetta legittimamente, per legge, la decisione di nomina, questa persona che si è dimostrata una persona onesta, capace, efficiente.

Non solo. Dopo aver proposto questa persona, al primo colpo sparato sui giornali che senza entrare nel merito del curriculum del candidato hanno obliquamente e razzisticamente segnalato che costui non è un rotariano, non è della Fiom e non è neanche un berlusconiano, ma un “ciellino”, Cesana ha tranquillamente replicato che «io tra un anno finisco il mio mandato, se l’obiezione è che il candidato è di Cl, come sapete anch’io lo sono, dunque neanch’io vado bene».

Dunque, qual è il problema nel pandemonio che ha sollevato Repubblica? Il problema è che, eventualmente, bisognerebbe dimostrare il contrario di quanto abbiamo appena detto. E cioè che Cesana e la persona da lui proposta sono dei disonesti, la loro gestione del Policlinico si è dimostrata inefficiente, non c’è motivo per promuovere a ruoli di responsabilità l’uno, e l’altro si dovrebbe dimettere. Questo, solo questo, documentato da fatti precisi e circostanziati, potrebbe giustificare un attacco che descrive come un assaltatore un amministratore pubblico e, nell’intervista Marco Vitale, raffigura come dei ladri e dei banditi l’intera comunità ciellina.

È vero, manca solo il naso adunco e la kippah, e la fotografia scattata da Repubblica con l’assistenza di Marco Vitale sarebbe perfetta: «La verità è che i manager di Cl vogliono fare gli affari loro, mettere le mani su un bottino molto ghiotto. È da quando ero al Policlinico che vanno all’assalto del patrimonio dell’ospedale, e ieri come oggi si nascondono dietro la storia della creazione di una fondazione privata per saccheggiare i beni pubblici».

Qual è il problema di queste dichiarazioni che Cesana definirà «inqualificabili, arrivando a una ostilità di tipo razziale»? Il problema è che sono fuori dalla realtà. Il problema è che sono semplicemente false. Il problema, come conclude Cesana, è che «mi spiace solo, come succede per le calunnie, che possa ostacolare chi fa. Lui (Vitale, ndr), che è stato sì quattro anni al Policlinico, ma poi se ne è andato sbattendo la porta perché il cambiamento era impossibile. Infatti non ha lasciato traccia».

martedì 25 novembre 2014

IL MIRACOLO DELLE ICONE NELLO SPAZIO

Avete visto le immagini dell'interno della stazione spaziale internazionale all'arrivo dell'astronauta italiana Cristoforetti ?



Forse senza la presenza degli astronauti russi non sarebbe stato possibile ammirare quel bellissimo "sfondo"...

(da un'idea di Giorgio Marini)


giovedì 20 novembre 2014

I BAMBINI HANNO BISOGNO DI CRESCERE IN UNA FAMIGLIA CON UN PADRE E UNA MADRE

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO  AI PARTECIPANTI AL COLLOQUIO INTERNAZIONALE  SULLA COMPLEMENTARIETÀ TRA UOMO E DONNA,  PROMOSSO DALLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
Aula del Sinodo
Lunedì, 17 novembre 2014

Cari fratelli e sorelle,
vi saluto cordialmente e ringrazio il Cardinale Müller per le parole con cui ha introdotto questo nostro incontro.

1. Vorrei anzitutto condividere una riflessione sul titolo del vostro colloquio. “Complementarietà”: è una parola preziosa, con molteplici valenze. Si può riferire a diverse situazioni in cui un elemento completa l’altro o supplisce a una sua carenza. Tuttavia, complementarietà è molto più di questo. I cristiani ne trovano il significato nella Prima Lettera di san Paolo ai Corinzi, dove l’apostolo dice che lo Spirito ha dato a ciascuno doni diversi in modo che, come le membra del corpo umano si completano per il bene dell’intero organismo, i doni di ognuno possono contribuire al bene di tutti (cfr 1 Cor 12). Riflettere sulla complementarietà non è altro che meditare sulle armonie dinamiche che stanno al centro di tutta la Creazione. Questa è la parola chiave: armonia. Tutte le complementarietà il Creatore le ha fatte perché lo Spirito Santo, che è l’autore dell’armonia, faccia questa armonia.

Opportunamente vi siete riuniti in questo colloquio internazionale per approfondire il tema della complementarietà tra uomo e donna. In effetti, questa complementarietà sta alla base del matrimonio e della famiglia, che è la prima scuola dove impariamo ad apprezzare i nostri doni e quelli degli altri e dove cominciamo ad apprendere l’arte del vivere insieme. Per la maggior parte di noi, la famiglia costituisce il luogo principale in cui incominciamo a “respirare” valori e ideali, come pure a realizzare il nostro potenziale di virtù e di carità. Allo stesso tempo, come sappiamo, le famiglie sono luogo di tensioni: tra egoismo e altruismo, tra ragione e passione, tra desideri immediati e obiettivi a lungo termine, ecc. Ma le famiglie forniscono anche l’ambito in cui risolvere tali tensionie questo è importante. Quando parliamo di complementarietà tra uomo e donna in questo contesto, non dobbiamo confondere tale termine con l’idea semplicistica che tutti i ruoli e le relazioni di entrambi i sessi sono rinchiusi in un modello unico e statico. 
La complementarietà assume molte forme, poiché ogni uomo e ogni donna apporta il proprio contributo personale al matrimonio e all’educazione dei figli. La propria ricchezza personale, il proprio carisma personale, e la complementarietà diviene così di una grande ricchezza. E non solo è un bene, ma è anche bellezza.

2. Nel nostro tempo il matrimonio e la famiglia sono in crisi.  Viviamo in una cultura del provvisorio, in cui sempre più persone rinunciano al matrimonio come impegno pubblico. Questa rivoluzione nei costumi e nella morale ha spesso sventolato la “bandiera della libertà”, ma in realtà ha portato devastazione spirituale e materiale a innumerevoli esseri umani, specialmente ai più vulnerabili. 
È sempre più evidente che il declino della cultura del matrimonio è associato a un aumento di povertà e a una serie di numerosi altri problemi sociali che colpiscono in misura sproporzionata le donne, i bambini e gli anziani. E sono sempre loro a soffrire di più, in questa crisi.
La crisi della famiglia ha dato origine a una crisi di ecologia umana, poiché gli ambienti sociali, come gli ambienti naturali, hanno bisogno di essere protetti. Anche se l’umanità ha ora compreso la necessità di affrontare ciò che costituisce una minaccia per i nostri ambienti naturali, siamo lenti – siamo lenti nella nostra cultura, anche nella nostra cultura cattolica – siamo lenti nel riconoscere che anche i nostri ambienti sociali sono a rischio. È quindi indispensabile promuovere una nuova ecologia umana e farla andare avanti.

3. Occorre insistere sui pilastri fondamentali che reggono una nazione: i suoi beni immateriali. La famiglia rimane al fondamento della convivenza e la garanzia contro lo sfaldamento sociale. 
I bambini hanno il diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma, capaci di creare un ambiente idoneo al loro sviluppo e alla loro maturazione affettiva. Per questa ragione, nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudiumho ​​posto l’accento sul contributo «indispensabile» del matrimonio alla società, contributo che «supera il livello dell’emotività e delle necessità contingenti della coppia» (n. 66). È per questo che vi sono grato per l’enfasi posta dal vostro colloquio sui benefici che il matrimonio può portare ai figli, ai coniugi stessi e alla società.

In questi giorni, mentre rifletterete sulla complementarietà tra uomo e donna, vi esorto a dare risalto ad un’altra verità riguardante il matrimonio: che cioè l’impegno definitivo nei confronti della solidarietà, della fedeltà e dell’amore fecondo risponde ai desideri più profondi del cuore umano
Pensiamo soprattutto ai giovani che rappresentano il futuro: è importante che essi non si lascino coinvolgere dalla mentalità dannosa del provvisorio e siano rivoluzionari per il coraggio di cercare un amore forte e duraturocioè di andare controcorrente: si deve fare questo.
 Su questo vorrei dire una cosa: non dobbiamo cadere nella trappola di essere qualificati con concetti ideologici. La famiglia è un fatto antropologico, e conseguentemente un fatto sociale, di cultura, ecc. Noi non possiamo qualificarla con concetti di natura ideologica, che hanno forza soltanto in un momento della storia, e poi decadono.
 Non si può parlare oggi di famiglia conservatrice o famiglia progressista: la famiglia è famiglia! Non lasciatevi qualificare da questo o da altri concetti di natura ideologica. La famiglia ha una forza in sé.

Possa questo colloquio essere fonte d’ispirazione per tutti coloro che cercano di sostenere e rafforzare l’unione dell’uomo e della donna nel matrimonio come un bene unico, naturale, fondamentale e bello per le persone, le famiglie, le comunità e le società.
In questo contesto mi piace confermare che, a Dio piacendo, nel settembre 2015 mi recherò a Philadelphia per l’ottavo Incontro Mondiale delle Famiglie.
Vi ringrazio delle preghiere con cui accompagnate il mio servizio alla Chiesa. Anch’io prego per voi e vi benedico di cuore. Grazie tante.


martedì 18 novembre 2014

IL CIRENEO E LA POLITICA

La candidatura di Alessandro Rondoni a presidente della Regione Emilia Romagna è il gesto fulgido e prezioso del cireneo.

Ovvero di chi dà una mano senza nulla pretendere e trovandosi un po' causalmente sulla via dove passa la storia.
 Il suo partito NCD non ha chance di vincere e per la legge elettorale vigente il candidato presidente (tranne quelli dei partiti che si piazzeranno primo e secondo -non l'ncd dunque-) non entra in consiglio.
Ma come ha suggerito giustamente Giuseppe De Rita, sociologo dell'Istat, questo è in Italia il momento in cui accanto alla messa in soffitta di alcune forme di rappresentanza ( partiti e sindacati e associazioni vecchio stile) occorre lavorare a nuove cinghie che legano il popolo e il potere, e del popolo rappresentano urgenze e interessi, attraverso quelli che si chiamano corpi intermedi.
Un lavoro spesso poco visibile, senza gloria, come quello del cireneo. In Italia la suggestione dell'uomo solo al comando, del potere staccato dal confronto con i corpi intermedi, ha fatto già parecchi danni. Che in Italia sorgano nuovi soggetti politici più legati alle esigenze reali del popolo e meno a quelle dei loro leader o leaderini è evidente. Perciò la prospettiva di un Partito popolare è oggi giusta e necessaria ancor più di ieri.
Il lavoro in politica di persone come Alessandro ( o altri candidati in consiglio come Valentina Castaldini) serve a rafforzare l'esistenza di corpi intermedi, contro a un'idea di politica fatta solo da leader e da loro cooptati.
 L'occasione delle elezioni di una Regione dove molto occorre fare per una organizzazione più libera e sussidiaria in campi decisivi come sanità, lavoro e cultura, è importante per dare una mano a che in politica ci siano sempre più cirenei e meno palloni gonfiati.

Da Clandestinozoom


CHE BELLI I SINDACI ROSSI DI ROMAGNA: rossi di vergogna

DALLA TRASMISSIONE REPORT DI RAI TRE


EMANUELE BELLANO FUORI CAMPO
Ricapitolando: nella gestione dei rifiuti radioattivi Hera è partner di Protex Italia
controllata dalla Protex di San Marino. Dentro Protex c’è Vittorio Prodi e c’è la Sofir,
che essendo una fiduciaria, non si sa chi è il proprietario. Ma come vengono scelti i
manager che gestiscono la seconda municipalizzata d’Italia?
DANIELE MANCA – SINDACO DI IMOLA
Si cercano le migliori competenze perché crediamo che questo sia un progetto
straordinario ed importante; si cercano persone di qualità che hanno un’esperienza e
una conoscenza nel settore dei servizi pubblici a rilevanza economica e infatti ci sono
curriculum… prevede proprio la presentazione, la pubblicazione di un curriculum, la
premessa per poter definire le nomine.
EMANUELE BELLANO FUORI CAMPO
I curricula dei candidati si possono leggere sul sito di Hera. Partiamo dal primo, il
consigliere Danilo Manfredi: 6 righe comprese la data di nascita. Ad averne proposto
la nomina è il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci.
EMANUELE BELLANO
Lei il curriculum di Danilo Manfredi, prima di proporlo al cda l’ha letto, l’ha visto?
FABRIZIO MATTEUCCI – SINDACO DI RAVENNA
Sì certo, certo.
EMANUELE BELLANO
Non c’è nulla che farebbe pensare che sia in grado di gestire una multiutility
dell’energia e dei rifiuti, no?
FABRIZIO MATTEUCCI – SINDACO DI RAVENNA
Lei ha perfettamente ragione: il curriculum è un po’ scarno. Devo dire che io, anche
nella scelta di altre figure di questo tipo, prima della competenza - che naturalmente è
indispensabile, no? Scelgo persone che abbiano il talento, cioè la capacità e la
passione per fare quell’incarico. Quindi, non so se l’ho detto, lui è stato anche
segretario del Partito Democratico.
EMANUELE BELLANO FUORI CAMPO
Danilo Manfredi ha fatto prima il consigliere e poi il segretario comunale. A fine 2013
si candida per diventare segretario provinciale del Partito Democratico, sempre a
Ravenna, ma non viene eletto. Pochi mesi dopo arriva la nomina nel Cda di Hera.
EMANUELE BELLANO
Lei non è stato eletto diciamo.
DANILO MANFREDI – CONSIGLIERE D’AMMINISTRAZIONE DI HERA
Sì.
EMANUELE BELLANO
Qualche mese dopo il Sindaco di Ravenna l’ha nominato insomma ha caldeggiato la
sua nomina nel cda di Hera.
DANILO MANFREDI – CONSIGLIERE DI AMMINISTRAZIONE DI HERA
Non vedo.. posso capire che possa far sorgere qualche dubbio, qualche sospetto però
il nesso francamente non c’è. L’attività politica dovrebbe essere vista come un merito.
EUGENIA ROSSI – EX CONSIGLIERE COMUNALE – MODENA
Primo criterio è quello dell’appartenenza partitica e non si può andare avanti con i
criteri dell’appartenenza partitica.
EMANUELE BELLANO
Cioè: i consiglieri vengono scelti in base al fatto che sono legati al partito…
EUGENIA ROSSI – EX CONSIGLIERE COMUNALE – MODENA
Sì, certo. Sì, che sono tutti legati al partito. Mi lamentai spesso anche in consiglio
comunale dicendo che in fondo quella era anche una scappatoia per i politici trombati,
eh! Mi scusi l’espressione, ma abbiamo anche visto posizioni di questo genere.
EMANUELE BELLANO FUORI CAMPO
L’attività politica è un merito anche per Forte Clò, consigliere di Hera fresco di nomina.
Insegnante alle scuole elementari fino al 2009, oggi in pensione. É stato assessore alla
Provincia di Bologna, poi vicepresidente dell’Unione delle Province Italiane, infine a
Bruxelles, nel Consiglio delle Regioni d’Europa.
 A luglio scorso è entrata nel cda di Hera anche Giorgia Gagliardi. Ex consigliere provinciale di Ravenna per il Pd, ha lavorato finora presso la Cooperativa Muratori e Cementisti. La sua candidatura arriva
anche dal sindaco di Cesena Paolo Lucchi.
EMANUELE BELLANO
Sulla base di quali competenza avete per esempio deciso di proporre Giorgia Gagliardi
nel cda di Hera?
PAOLO LUCCHI – SINDACO DI CESENA
Beh, lei mi fa la domanda perché ha letto il curriculum di Giorgia Gagliardi? Ha il
curriculum di una persona assolutamente qualificata; è un avvocato molto bravo,
quindi…
EMANUELE BELLANO FUORI CAMPO
Paolo Lucchi sindaco
La consigliera Gagliardi in realtà non è avvocato: ha una laurea in Cooperazione e
sviluppo Locale e Internazionale.
PAOLO LUCCHI – SINDACO DI CESENA
Dia un po’ di possibilità a Giorgia di lavorare e poi lo vediamo assieme; non esprima
giudizi senza neppure conoscere le persone e senza neppure averle viste all’opera.
Non sempre chi ha il curriculum migliore riesce a fare le cose alla perfezione, no?
EMANUELE BELLANO
Su undici, tre finora che abbiamo visto di fatto le competenze principali consistono nel
fatto di essere stati amministratori o dirigenti del Partito Democratico.
DANIELE MANCA – SINDACO DI IMOLA
Mah, guardi io su questo continuo a considerare che è una sua opinione. Qui parliamo
di un’esperienza diversa dalla politica, qui non c’entra niente la politica.
EMANUELE BELLANO FUORI CAMPO
Il sindaco di Imola ha voluto nel cda di Hera Stefano Manara, presidente della
municipalizzata di Imola. È stato presidente di Imola Gru e della Scr, impegnata in
servizi di fotocopiatura e ha lavorato per la Benicomuni Srl che amministra condomini
e gestisce beni immobili.
EMANUELE BELLANO
Che c’entra la gestione di Gru, costruzioni di edifici, servizi di fotocopiatura con ciò che
fa Hera?
DANIELE MANCA – SINDACO DI IMOLA
Eh allora, che c’entra? É lo stesso ragionamento: quando vogliamo cambiare dei
ministri si prova, si innova, si cambia, si cercano professionalità e profili. Così si
migliora e si rende diverso il Paese.
IVAN CICCONI – ESPERTO APPALTI PUBBLICIO
oggi Hera Spa direttamente o indirettamente controlla una cinquantina di società:
cioè 50 consigli di amministrazione, 50 presidenti, 50 collegi sindacali; cioè circa 250-
260 persone nominate senza alcuna procedura pubblicistica, con una scelta fatta da
questo sistema dei partiti che lottizza direttamente o indirettamente le nomine di
queste società.
ALFONSO SCARANO – ANALISTA FINANZIARIO INDIPENDENTE
Gli amministratori di queste società quotate guadagnano molto. Guadagnano
oggettivamente molto, basta andare su internet e si capisce. Guadagnano un multiplo.
Allora: questo guadagno è in base alle loro capacità tecniche o in base ai loro atti di
fede o di subalternità non si sa a che cosa?


lunedì 17 novembre 2014

NON INTENDIAMO RECEDERE DI UN MILLIMETRO

Scola: la Chiesa  e la  questione omosessuale


«La Chiesa è stata lenta sulla questione omosessuale». Lo ha detto l’arcivescovo di Milano Angelo Scola a proposito della lettera dell’Ufficio Scolastico della Diocesi di Milano agli insegnanti di religione con l’invito a segnalare le scuole dove si trattano o vogliono trattare temi legati alla omosessualità. 

«L’ufficio scolastico ha la giusta preoccupazione di aiutare i 6.000 professori di religione della Diocesi a proporre la nostra visione di problemi come quello dell’educazione sessuale - ha detto Scola all’uscita da un incontro su Expo all’interno di Bookcity - Sono certo che l’intendimento del collaboratore della Curia che ha scritto la lettera era di raccogliere elementi per proporre la nostra posizione, sempre in modo rispettoso del concordato». Il cardinale ha ripetuto che la Curia si è già scusata «per l’inappropriatezza del linguaggio». 

Nessuna schedatura, insomma, («rimanda a cose spiacevoli», dice il cardinale), ma l’intenzione solo di conoscere.

 «Una posizione non omofoba, ma da cui non intendiamo recedere di un millimetro, come giusto in società democratica - dice Scola - noi abbiamo qualcosa da dire circa le conseguenze sociali e la questione dei diritti connessi a questo orientamento sessuale». 

sabato 15 novembre 2014

METTETE PIU' CUORE IN QUELLE MANI

PAPA FRANCESCO

 All’Associazione Medici Cattolici italiani

15 novembre 2014

               (...) Non c’è dubbio che, ai nostri giorni, a motivo dei progressi scientifici e tecnici, sono notevolmente aumentate le possibilità di guarigione fisica; e tuttavia, per alcuni aspetti sembra diminuire la capacità di “prendersi cura” della persona, soprattutto quando è sofferente, fragile e indifesa. In effetti, le conquiste della scienza e della medicina possono contribuire al miglioramento della vita umana nella misura in cui non si allontanano dalla radice etica di tali discipline. Per questa ragione, voi medici cattolici vi impegnate a vivere la vostra professione come una missione umana e spirituale, come un vero e proprio apostolato laicale.

          (...) Il pensiero dominante propone a volte una “falsa compassione”: quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto, un atto di dignità procurare l’eutanasia, una conquista scientifica “produrre” un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono; o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre.
 La compassione evangelica invece è quella che accompagna nel momento del bisogno, cioè quella del Buon Samaritano, che “vede”, “ha compassione”, si avvicina e offre aiuto concreto (cfr Lc 10,33).
La vostra missione di medici vi mette a quotidiano contatto con tante forme di sofferenza: vi incoraggio a farvene carico come “buoni samaritani”, avendo cura in modo particolare degli anziani, degli infermi e dei disabili. La fedeltà al Vangelo della vita e al rispetto di essa come dono di Dio, a volte richiede scelte coraggiose e controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all’obiezione di coscienza. E a tante conseguenze sociali che tale fedeltà comporta. Noi stiamo vivendo un tempo di sperimentazioni con la vita. 

Ma uno sperimentare male.
 Fare figli invece di accoglierli come dono, come ho detto. Giocare con la vita. Siate attenti, perché questo è un peccato contro il Creatore: contro Dio Creatore, che ha creato le cose così.
Quando tante volte nella mia vita di sacerdote ho sentito obiezioni. “Ma, dimmi, perché la Chiesa si oppone all’aborto, per esempio? E’ un problema religioso?” – “No, no. Non è un problema religioso” – “E’ un problema filosofico?” – “No, non è un problema filosofico”. E’ un problema scientifico, perché lì c’è una vita umana e non è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema. “Ma no, il pensiero moderno…” – “Ma, senti, nel pensiero antico e nel pensiero moderno, la parola uccidere significa lo stesso!”. Lo stesso vale per l’eutanasia: tutti sappiamo che con tanti anziani, in questa cultura dello scarto, si fa questa eutanasia nascosta. Ma, anche c’è l’altra. E questo è dire a Dio: “No, la fine della vita la faccio io, come io voglio”. Peccato contro Dio Creatore. Pensate bene a questo.
Vi auguro che i settant’anni di vita della vostra Associazione stimolino un ulteriore cammino di crescita e di maturazione. Possiate collaborare in modo costruttivo con tutte le persone e le istituzioni che con voi condividono l’amore alla vita e si adoperano per servirla nella sua dignità, sacralità e inviolabilità. San Camillo de Lellis, nel suggerire il metodo più efficace nella cura dell’ammalato, diceva semplicemente: «Mettete più cuore in quelle mani». Mettete più cuore in quelle mani. È questo anche il mio auspicio. La Vergine Santa, la Salus infirmorum, sostenga i propositi con i quali intendete proseguire la vostra azione. Vi chiedo per favore di pregare per me e di cuore vi benedico. Grazie.

LA GENDERCRAZIA

Vetri rotti e parole che non ci ruberanno
Caro direttore, 
sabato sera 8 novembre 2014, sono stato a Viareggio per tenere una conferenza sui rischi che la libertà di opinione e di credo religioso corre rispetto al disegno di legge Scalfarotto contro l’omofobia, e alla deriva propagandistica del 'gender' nelle scuole.

L’incontro, intitolato «Omofobia o Eterofobia? Gendercrazia: a rischio la libertà di espressione», era stato organizzato dal locale circolo del movimento 'La Manif pour Tous' e dall’Oratorio della Parrocchia di Santa Rita, presso la cui sala teatro si è svolta la manifestazione. Mi avevano anche avvertito del fatto che Viareggio era una piazza 'difficile', con militanti dell’associazionismo politico gay molto attivi e un clima, come si dice, 'gayfriendly'. Per questo motivo, gli organizzatori della conferenza avevano inviato, venerdì 7 novembre alle ore 19.11,
 
una comunicazione all’indirizzo di posta elettronica certificata del locale Commissariato di Polizia per richiedere vigilanza a fronte dell’«intenzione di creare disordini» da parte di «attivisti lgbt».
 
Purtroppo, il Commissariato ha ritenuto di non accogliere la richiesta, e nei pressi della Parrocchia di Santa Rita non si è vista nemmeno l’ombra di un agente di polizia.



Sabato sera, dunque, sono arrivato con la mia auto fino all’ingresso della sala parrocchiale, ove mi aspettava un nutrito gruppo di persone, e lì ho parcheggiato la macchina. Ho aperto il baule e, aiutato dai ragazzi della parrocchia, ho portato all’interno della sala libri e altro materiale utile per la conferenza. Operazione ripetuta più volte che ha evidentemente consentito di identificare in maniera inequivocabile la mia auto. Qualcuno mi ha detto che sono stato imprudente. Forse ha ragione, ma io non mi ero mai posto prima il problema, poiché ingenuamente ritengo di vivere in un Paese sicuro e tollerante. Ma l’«imprudenza» si paga. Me ne sono reso conto, quando gli amici viareggini costernati mi hanno comunicato che la mia
 auto, unica tra quelle parcheggiate nei pressi della Parrocchia, aveva subìto atti vandalici. E i vetri in terra stavano a dimostrarlo. In questi casi, ciò che più ferisce non è tanto il danno materiale in sé, perché quello si può rimediare, ma la ferita inflitta alla nostra libertà, che non è facilmente riparabile – tantomeno con i soldi – e che s’accompagna a un senso oscuro di impotenza. Chi potrà risarcire i danni recati al diritto di libertà? Resta l’amara considerazione che anche la sola presenza simbolica di un agente di polizia avrebbe forse potuto evitare almeno i danni. Ma questo è un altro discorso.

Aggiungo solo che atti di intimidazione così vili, che ricordano quelli subiti in altri tempi, in altri Paesi e sotto altri e illiberali regimi, non possono scoraggiare quanti in Italia intendono difendere la libera manifestazione del pensiero e del proprio credo religioso. Anzi, proprio queste provocazioni violente danno una ragione in più per continuare. Caro direttore, ma cosa sta accadendo nel nostro Paese?
 
Gianfranco Amato, Presidente dei Giuristi per la Vita

Che cosa sta accadendo, caro avvocato Amato? Glielo dico con una battuta: c’è chi punta a far diventare «silenziosa» la grande maggioranza dei cittadini del nostro Paese. Uomini e donne che sanno che cos’è la vita e che cosa nella vita conta, rispettano tutti, non discriminano nessuno e proprio per questo non accettano che nella nostra società si pretenda di confondere ciò che non può essere confuso, per esempio la solidarietà (anche carica di "affetto") con il matrimonio (ovvero con il "luogo" della generazione naturale dei figli). E non vogliono che questa confusione conduca a fare «parti uguali tra disuguali». Uso volutamente una frase di don Lorenzo Milani, che indica splendidamente la grande ingiustizia umana da cui guardarsi, perché la scelta preferenziale per i piccoli e per i deboli di questo straordinario prete ed educatore è stata così chiara e coinvolgente, che con il suo disarmato e disarmante aiuto possiamo capirci davvero e capire più a fondo i molteplici rischi che stiamo correndo tutti, cattolici e laici, militanti gay e paladini della famiglia cosiddetta tradizionale (a me piace dire naturale e costituzionale). Il primo di questi rischi è quello di dimenticarci dei figli (un rischio, a sua volta, dalle molte facce nell’Italia di oggi). O, meglio, di ricordarcene solo quando vengono ridotti a "bandiera", dichiarati un "diritto" di qualunque individuo che aspiri a farsi genitore o quando ci rendiamo conto che non sono più considerati persone da accogliere per ciò che sono, ma figure da "progettare" a misura dell’autoreferenziale felicità di moda e della dignità standard ammessa dai canoni di quel «pensiero dominante» che papa Francesco richiama spesso e che denuncia come impregnata dalla «cultura dello scarto».
Per procedere in questa infausta direzione, caro avvocato, le voci scomode vanno zittite. Il teppismo intimidatorio, come quello che lei ha subìto a Viareggio, è una brutale ed esecrabile conferma di ciò, ma le violenze dirette non sono il mezzo principale di questo tentativo. L’arma principale è quella di "rubare" le parole chiave – amore, dono, gioia… – a  chi, come lei e come noi, continua ad affermare che siamo donne o uomini, esseri umani infinitamente diversi e originali e capaci di crescere e cambiare, ma non infinitamente cangianti nella nostra identità di base (secondo, appunto, lo schema del "gender"). Proprio così: vogliono rubarci le parole, e vogliono rendere "brutte" quelle che pensano di non poterci togliere. Credono di riuscirci facendoci adirare, spingendoci alla rissa e all’invettiva, costruendo caricature "crudeli" dei nostri argomenti. Ma i fatti sono tenaci, la realtà è resistente. E noi siamo tenuti a coltivare un ottimismo realista. Andiamo avanti con serenità, senza timori, con pacifica tenacia. Svegliamo chi dorme, teniamo desto chi è già sveglio. Non rassegniamoci all’incomprensione, allo scontro, alla deriva. (E auguriamoci che le forze dell’ordine, che rispettiamo, facciano sempre la loro parte coi violenti e i prevaricatori…).

MARCO TARQUINIO
AVVENIRE

AD OCCHI APERTI

A te alzo i miei occhi, 
a te che abiti in cielo.


Unexpected Joy" miracolosa icona della Madre di Dio. 


2Come gli occhi dei servi attendono
un cenno dei padroni, 
come gli occhi di una schiava fissano
la mano della padrona, 
così i nostri occhi sono rivolti a te, 
Signore, nostro Dio, 
e attendono la tua misericordia.



3Pietà di noi, Signore, pietà!
Siamo stati troppo insultati!
4Troppo a lungo abbiamo sopportato 
l'ironia degli insolenti
e il disprezzo degli arroganti.

SALMP 123(122)

venerdì 14 novembre 2014

LUSSURIA

Così sembra che Vladimir Guadagno, in arte Luxuria, per ora non sarà ospite degli studi di TV2000, la televisione dei vescovi italiani.

L’uomo, punta di diamante (se così si può dire) di uno stile di vita non proprio casto e puro, non sarebbe andato negli studi per cercare Dio ma per comunicarci quella sua visione del mondo, abbattendo il muro della chiesa in cui noi cristiani siamo evidentemente rinchiusi.
Bruegel il vecchio, i peccati capitali

E’ importante sapere che si vuole dialogare anche con la Luxuria, nel caso avesse qualcosa di importante da dirci che ci era sfuggito.
 Spero che prossimamente inviteranno anche Ira, Avarizia, Accidia, Gola, Superbia e Invidia. Ognuno di loro avrà il suo punto di vista di cui tenere conto e imparare e al quale si saprà rispondere con la consueta chiarezza.
Chi vorrà seguire Luxuria nel frattempo dovrà provare altri canali.

Berlicche
berlicche.wordpress.com

CACCIA ALLE STREGHE

ASSUNTINA MORRESI

14 Novembre 2014
C’era una volta qualcuno, anzi, più di uno, che diceva con orgoglio “mandateci in giro nudi, ma lasciateci la libertà di educare”. Chissà che fine hanno fatto.
I fatti: sabato 8 novembre nel portale della diocesi di Milano, accessibile agli insegnanti di religione (più di 6000, con la password), c’era la seguente lettera:
Cari colleghi,
come sapete in tempi recenti gli alunni di alcune scuole italiane sono stati destinatari di una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un'idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento sessuale.
Per valutare in modo più preciso la situazione e l'effettiva diffusione dell'ideologia del "gender", vorremmo avere una percezione più precisa del numero delle scuole coinvolte, sia di quelle in cui sono state effettivamente attuate iniziative in questo senso, sia di quelle in cui sono state solo proposte.
Per questo chiederemmo a tutti i docenti nelle cui scuole si è discusso di progetti di questo argomento di riportarne il nome nella seguente tabella, se possibile entro la fine della settimana. Grazie per la collaborazione

Qualcuno ha mandato il testo a Repubblica, e si è scatenato il putiferio. Proteste da parte di associazioni gay, interrogazioni parlamentari, addirittura esposti al Ministro Giannini. Leggere qui per credere. Il risultato, oggi pomeriggio, le scuse della diocesi:

La comunicazione mandata sabato 8 novembre agli insegnanti di religione della Diocesi di Milano da un collaboratore del Servizio Insegnamento Religione Cattolica è formulata in modo inappropriato e di questo chiediamo scusa. L'intento originario era esclusivamente quello di conoscere dagli insegnanti di religione il loro bisogno di adeguata formazione per presentare, dentro la società plurale, la visione cristiana della sessualità in modo corretto e rispettoso di tutti.
don Gian Battista Rota, Responsabile Servizio Insegnamento Religione Cattolica, Arcidiocesi di Milano
Domanda: di che cosa bisognava chiedere scusa? Dove sarebbe l'inappropriatezza?  E inappropriatezza di che? 
La verità è che c’è un clima di intimidazione che cresce ogni giorno di più.
Lo hanno denunciato oggi Eugenia Roccella e Carlo Giovanardi:
Da mesi la scuola italiana, dalla materna sino ai licei, e' diventata terreno di conquista da parte delle associazioni LGBT che hanno ripetutamente tentato anche attraverso l'UNAR la diffusione di opuscoli dove venivano rozzamente accusati famiglia, Stato e religione di essere le fonti primarie di omofobia. Tale iniziativa venne formalmente censurata dall'allora viceministro Cecilia Guerra in quanto non concordata ne' con la Presidenza del Consiglio ne' con il Ministero della Pubblica Istruzione". A sostenerlo sono il senatore di Ncd Carlo Giovanardi ed Eugenia Roccella. "Ciononostante sono continui i tentativi di imporre nelle scuole la teoria del gender, negando che i bambini possono avere un naturale sviluppo maschile e femminile, bollato come frutto esclusivo delle convenzioni sociali. In questo clima chiunque tenti di contestare l'inopportunità che nelle scuole materne per esempio si spieghi ai bambini che sono due pinguini maschi a fare l'uovo viene aggredito come omofobo, e si vuol negare ai genitori il sacrosanto diritto dovere di educare i propri figli", aggiungono. "Le solite aggressioni verbali, che hanno costretto la Curia di Milano, rea di aver chiesto in quali scuole questi temi vengono trattati, a chiedere scusa, sono l'ennesimo tentativo riuscito, in un clima di caccia alle streghe, di intimidire chiunque non voglia piegarsi a questa dittatura culturale che attraverso la proposta di legge Scalfarotto vuole addirittura colpire penalmente chi non la pensa come le organizzazioni LGBT", concludono.(ANSA)

Ma diciamola tutta: alle organizzazioni gay non importa veramente dei cosiddetti diritti, matrimonio compreso. Vogliono solo chiudere la bocca a tutti quelli che pensano che gli esseri umani nascono maschi o femmine (e non omosessuali o eterosessuali), e che ogni bambino, nato da un uomo e una donna, ha diritto ad avere un padre e una madre.
Il signor Vladimiro Guadagno, in arte Luxuria, ha definito “un fatto grave e un'ingerenza eccessiva”, la lettera.
Parlo di Luxuria, perché riguardo all’invito a TV2000, fortunatamente ritirato, voglio chiarire un concetto. Il problema non è intervistare Luxuria, e tantomeno l’accoglienza, il dialogo, lo “sporcarsi le mani”, etc. Il fatto è che gli invitati a TGTG, come lo era Luxuria, vanno lì per dare un giudizio sui fatti, per commentare autorevolmente le notizie. A TGTG sono invitate persone di cui si pensa sia interessante e utile, per un cattolico, ascoltare giudizi e opinioni. Quindi invitare Luxuria a commentare le notizie significa, da parte del direttore della TV della CEI, ritenerlo un personaggio pubblico autorevole e indicarlo come tale ai telespettatori cattolici. Per questo era un errore invitarlo, e una gaffe pazzesca farlo mentre la CEI era riunita e parlava proprio di famigla.
Io sabato 15 vado alla manifestazione di NCD per la famiglia. Aperta a tutte le associazioni pro-famiglia. Qui l’elenco. ROMA; Piazza Farnese, ore 14.30. Oggi, per questo, hanno volantinato i parlamentari dell’NCD a Roma.