martedì 18 novembre 2014

IL CIRENEO E LA POLITICA

La candidatura di Alessandro Rondoni a presidente della Regione Emilia Romagna è il gesto fulgido e prezioso del cireneo.

Ovvero di chi dà una mano senza nulla pretendere e trovandosi un po' causalmente sulla via dove passa la storia.
 Il suo partito NCD non ha chance di vincere e per la legge elettorale vigente il candidato presidente (tranne quelli dei partiti che si piazzeranno primo e secondo -non l'ncd dunque-) non entra in consiglio.
Ma come ha suggerito giustamente Giuseppe De Rita, sociologo dell'Istat, questo è in Italia il momento in cui accanto alla messa in soffitta di alcune forme di rappresentanza ( partiti e sindacati e associazioni vecchio stile) occorre lavorare a nuove cinghie che legano il popolo e il potere, e del popolo rappresentano urgenze e interessi, attraverso quelli che si chiamano corpi intermedi.
Un lavoro spesso poco visibile, senza gloria, come quello del cireneo. In Italia la suggestione dell'uomo solo al comando, del potere staccato dal confronto con i corpi intermedi, ha fatto già parecchi danni. Che in Italia sorgano nuovi soggetti politici più legati alle esigenze reali del popolo e meno a quelle dei loro leader o leaderini è evidente. Perciò la prospettiva di un Partito popolare è oggi giusta e necessaria ancor più di ieri.
Il lavoro in politica di persone come Alessandro ( o altri candidati in consiglio come Valentina Castaldini) serve a rafforzare l'esistenza di corpi intermedi, contro a un'idea di politica fatta solo da leader e da loro cooptati.
 L'occasione delle elezioni di una Regione dove molto occorre fare per una organizzazione più libera e sussidiaria in campi decisivi come sanità, lavoro e cultura, è importante per dare una mano a che in politica ci siano sempre più cirenei e meno palloni gonfiati.

Da Clandestinozoom


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