sabato 3 gennaio 2015

LA SPERANZA DI UN POPOLO

Venerdì 2 gennaio è uscita su “LAVOCE DI ROMAGNA” una
intervista a Roberto Buda, Sindaco di Cesenatico. 
Ne riportiamo una parte che ci educa a quel realismo frutto di una cultura cattolica che abbiamo imparato da don Giussani.

(...)
Quando si è candidato il timore o la speranza - a seconda dei punti di vista - degli elettori era ed è la sua appartenenza a Comunione Liberazione. Come e quanto ha inciso questa appartenenza nella sua attività amministrativa?

Roberto Buda è Roberto Buda. Io sono quello che la gente di Cesenatico conosce da sempre. Seguendo il consiglio di mia moglie Maeba ho cercato di non cambiare nonostante ora sia il Sindaco della mia città. I miei genitori mi hanno tramandato la fede cattolica che è alla base della nostra tradizione occidentale. Durante la mia crescita ho poi frequentato la Parrocchia di S.Giacomo dove ho incontrato Don Agostino che mi ha sempre colpito per il suo amore alla Chiesa ma anche per la sua passione per la vita. Ho visto un uomo felice e l’ho seguito. Don Ago ci parlava spesso di Don Giussani, fondatore di CL, e ci diceva che ciò che era lo doveva soprattutto a lui. Per questo motivo anche io ho deciso di seguire quella strada. CL mi ha aiutato a conoscere meglio la fede che mi avevano tramandato i miei genitori ma mi ha anche appassionato alla vita insegnandomi che Dio non è un pensiero astratto ma vivo nella realtà quotidiana. Questa certezza mi aiuta tutti i giorni ad andare avanti.

Come la sua amministrazione pensa si sia distinta, nel metodo e nei contenuti, da mezzo secolo di governo della sinistra a Cesenatico?

A volte mi chiedo che differenza ci sia tra destra e sinistra. Credo che in tanti dovrebbero farsi questa domanda perché è alla base di ogni scelta politica personale. In molti politici vedo purtroppo tanta confusione ideale. A volte si sceglie dove stare per altri interessi e non per i grandi ideali. Qual è per me la principale differenza? La mentalità statalista, figlia del pensiero comunista, a partire da una presunta superiorità morale, ha sempre imposto alla gente ciò crede essere il bene del paese. La tradizione liberale, cattolica e moderata, in cui mi riconosco, crede invece nella centralità della persona. E’ per questo che cerco sempre di riappassionare la gente alla vita della città. Un paese è fatto grande da un popolo vivo e non da un grande politico. Un bravo politico è una persona capace di rivitalizzare un popolo e di non far morire ciò che nasce dalla società. Questa è la principale differenza con la sinistra ed è questo che mi muove quotidianamente nelle mie scelte.
(...) 

Nessun commento:

Posta un commento