sabato 24 gennaio 2015

REATO DI OPINIONE: QUERELATO PER "SFERZANTE IRONIA"

PROTESTA PER VOLANTINI ARCIGAY DISTRIBUITI A SCUOLA. QUERELATO PER «SFERZANTE IRONIA»

Gennaio 22, 2015 Benedetta Frigerio

Intervista a Simone Pillon (Forum Famiglie Umbria), querelato per aver ironizzato sulla diffusione di materiale sessualmente esplicito in un liceo

Sequestrato un video di un convegno sulla pagina del Forum delle associazioni familiari dell’Umbria. 
Querelato per diffamazione il suo portavoce, l’avvocato Simone Pillon, per aver ironizzato sull’associazione Omphalos Arcigay-Arcilesbica, che nel 2012 aveva messo a disposizione volantini con contenuti sessualmente espliciti all’interno del Liceo Alessi di Perugia. «Io speravo in un’indagine del Miur sui fatti invece sono stato querelato. Se già ora si viene accusati per aver ironizzato su attività che sponsorizzano il sesso omosessuale, significa che non serve il ddl Scalfarotto, il reato di opinione esiste già», spiega Pillon a tempi.it.

Cosa contiene il video sequestrato?
Un convegno del 29 giugno scorso dal titolo “Sarà ancora possibile dire mamma e papà?” e da noi organizzato a Assisi alla presenza del vescovo della città, monsignor Domenico Sorrentino, e del sindaco, Claudio Ricci. Il tema era l’ideologia gender e l’attacco alla libertà di espressione cominciato in Italia con l’introduzione alla Camera, nel luglio 2013, del ddl Scalfarotto. La polizia postale, su ordine del giudice di Perugia, ha sequestrato il video l’antivigilia di Natale accusandomi di aver usato toni che «denotano il superamento dei normali limiti della critica politica».

Perché? Lei che cosa ha detto?
Durante il convegno ho raccontato la vicenda dei volantini ai limiti della pornografia messi a disposizione dei minorenni delle classi terze del liceo Alessi, all’interno dell’assembra d’istituto. Nel testo sono descritte con particolare cura le modalità per avere rapporti omosessuali sia tra uomini sia tra donne, anche se Omphalos Arcigay-Arcilesbica nega, dicendo che il suo fine era la prevenzione delle malattie veneree. 
Sul materiale stampato e distribuito, senza che fosse visionato dal preside, oltre alle frasi e alle immagini oscene, c’erano i recapiti dell’associazione che organizza feste, “Dancing Queer” o il “Welcome Group” dove potersi incontrare e altri intrattenimenti organizzati dal mondo omosessuale. Per questo, durante la conferenza, ho fatto una battuta piuttosto scontata sui modi per «farsi dare il benvenuto» alludendo al “Welcome Grop”.

Il giudice la definisce «sferzante ironia».
Chi porta di nascosto quel materiale nelle scuole, per cui ci si dovrebbe aspettare un’indagine del Miur, denuncia me per aver stigmatizzato la loro attività. In un momento in cui si parla tanto di libertà di espressione, dopo l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo, si vede che il limite è imposto arbitrariamente. Può parlare solo chi difende il libertinismo sfrenato. Guai a chi lo argina.

L’associazione da lei citata continua a negare e insiste sostenendo che la sua era un’azione di contrasto preventivo alle malattie veneree.
La prevenzione delle malattie veneree non c’entrava nulla con l’Assemblea d’istituto il cui programma era incentrato su “bullismo” e “omofobia”. Nei volantini c’è un accenno a qualcosa del genere, come la spiegazione dell’uso del profilattico, ma altre frasi sono legate all’eccitamento sessuale.


Come pensa di difendersi?
La vicenda è in Parlamento, il senatore Ncd Carlo Giovanardi ha avviato un’interpellanza e la deputata Eugenia Roccella farà un’interrogazione alla Camera. Ma anche altri parlamentari si sono interessati alla mia vicenda e denunciano il pericolo di una deriva liberticida. Dove a rimetterci non sono solo io, ma quanti, all’oscuro dei loro genitori, devono continuare a ricevere questi contenuti mascherati come preventivi.

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