giovedì 19 febbraio 2015

GESU' AIUTAMI

L’ultima preghiera dei copti uccisi dall’ISIS

I copti trucidati dai jihadisti dello Stato Islamico in Libia sono morti pronunciando il nome di Cristo.
Lo conferma Anba Antonios Aziz Mina, Vescovo copto cattolico di Giuzeh. “Il video che ritrae la loro esecuzione  è stato costruito come un'agghiacciante messinscena cinematografica, con l'intento di spargere terrore. Eppure, in quel prodotto diabolico della finzione e dell'orrore sanguinario, si vede che alcuni dei martiri, nel momento della loro barbara esecuzione, ripetono "Signore Gesù Cristo". 

Il nome di Gesù è stata l'ultima parola affiorata sulle loro labbra. Come nella passione dei primi martiri, si sono affidati a Colui che poco dopo li avrebbe accolti. E così hanno celebrato la loro vittoria, la vittoria che nessun carnefice potrà loro togliere. Quel nome sussurrato nell'ultimo istante è stato come il sigillo del loro martirio”. 
Papa Francesco ha ricordato i 21 martiri cristiani copti con queste parole.

“Oggi ho potuto leggere dell’esecuzione di quei ventuno o ventidue cristiani copti. Dicevano solamente: “Gesù aiutami!”. Sono stati assassinati per il solo fatto di essere cristiani. Lei, fratello, nel suo discorso ha fatto riferimento a quello che succede nella terra di Gesù. Il sangue dei nostri fratelli cristiani è una testimonianza che grida. Siano cattolici, ortodossi, copti, luterani non importa: sono cristiani! E il sangue è lo stesso. Il sangue confessa Cristo. Ricordando questi fratelli che sono morti per il solo fatto di confessare Cristo, chiedo di incoraggiarci l’un l’altro ad andare avanti con questo ecumenismo, che ci sta dando forza, l’ecumenismo del sangue. I martiri sono di tutti i cristiani”

Intanto, in Egitto, il governo ha proclamato sette giorni di lutto nazionale per i martiri della Libia, mentre in diverse diocesi, tra digiuni e veglie di preghiera, fedeli e Vescovi avanzano la proposta di dedicare a loro nuove chiese. 
Il Presidente Abdel Fattah al-Sisi ha dato disposizione di costruire a spese dello Stato una chiesa dedicata ai martiri della Libia nella città di Minya, dalla cui regione provenivano la gran parte dei copti decapitati dai jihadisti. Per decreto presidenziale, le famiglie delle vittime del terrore islamista riceveranno un risarcimento in denaro e diverranno titolari di un assegno pensionistico mensile.



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