mercoledì 4 febbraio 2015

LA QUESTIONE CATTOLICA

Oggi tutti coloro che non volevano “morire democristiani” devono rassegnarsi alla riesumazione della Balena bianca, tornata saldamente in sella ai vertici dello Stato, in barba a tutti i becchini.
E – quel che è più divertente – con i nemici di sempre della Dc (dai comunisti a Scalfari) che battono le mani entusiasticamente come per una propria vittoria.
Ma davvero è tornata Moby Dick – come farebbe pensare il “soccorso bianco” arrivato a Mattarella da tutti i democristiani di cielo di terra e di mare sparsi nei diversi schieramenti?

QUESTIONE CATTOLICA

Di fatto i cattolici son tornati al centro del dibattito. Giulio Sapelli ieri ha scritto di ritenere da tempo che “la questione italiana è niente di più e niente di meno che la questione cattolica”.
Poi ha aggiunto: “Mattarella è il paradossale frutto di questa endiadi, ossia mentre il cattolicesimo, come fede, viene quasi sconfitto dalla secolarizzazione, il cattolicesimo come religione trionfa sotto le spoglie dell’eredità culturale della democrazia cristiana in Italia”.

E ancora: “l’unità politica dei cattolici è finalmente finita, ma chi occupa oggi i centri nevralgici del potere visibile e invisibile in Italia (salvo quelli massonici: in ritirata) son proprio i religiosi cattolici eredi di quell’unità”.
Spunti di riflessione intelligenti, ma forse non tutti centrati. Cosa sta veramente accadendo? E cosa dicono i cattolici?

Nei giorni scorsi un quotidiano cattolico online come “La nuova Bussola”, molto legato alla battaglia sui “principi non negoziabili” dell’epoca di Wojtyla, Ratzinger e Ruini, chiedeva paradossalmente che non fosse eletto un cattolico al Quirinale.
Ieri ha amaramente constatato: “Che un Parlamento in cui i cattolici sono una sparuta e scomposta minoranza elegga proprio un cattolico è la cartina al tornasole di una anomalia ormai strutturale e fuori controllo”.
Dove sta il problema? La “Bussola” fa l’elenco di una serie di leggi molto “drammatiche” per i credenti (su unioni gay, omofobia, famiglia, gender e scuola ec) che sono in dirittura d’arrivo e che domani, presumibilmente, il nuovo “presidente cattolico” dovrà firmare.

Scrive la “Bussola”: “L’Italia cattolica non c’è più, ma i cattolici servono ancora perché sono loro che devono – da ‘adulti’ – completare l’esodo del popolo italiano dall’Italia cattolica. Il modo migliore per fare questo è essere ‘uomini delle istituzioni’. Basta pensare che la Costituzione sia superiore al Vangelo e il gioco è fatto”.
Comizio di Dossetti in piazza Maggiore a Bologna

“La Bussola” spiega che questi cattolici “delle istituzioni” sono specialmente i cosiddetti “cattolici democratici”, l’alveo della sinistra dc dossettiana e non: “Scopo del dossettismo e di tutte le correnti della sinistra cattolica” scrive la Bussola “era di operare per la propria estinzione avendo come scopo la perdita di ogni connotato cattolico per accettare pienamente la completa laicità della politica, nella quale tutto è mediazione. Mattarella appartiene a questa storia e a questa cultura ed è quindi significativo che egli emerga ai massimi livelli quando la sua storia e la sua cultura sono defunte, ormai diluite nel secolarismo generale”.

Hanno ragione i cattolici della “Bussola”? C’è molto di vero della loro analisi. Ma ovviamente ogni interpretazione è schematica e può rivelarsi fallace. Infine non è nemmeno giusto buttar la croce tutta e solo sulle spalle dei politici cattolici. Ma l'equivoco del "cattolicesimo adulto" continua.

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