mercoledì 8 aprile 2015

«RESPIRATE PASQUA ORA. LE OSSA SONO STANCHE DI STAR CURVE. ECCO, DIO RAFFORZERÀ QUESTE FRAGILI GINOCCHIA»


Card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano

Duomo di Milano, Omelia NELLA MESSA PASQUALE 5 aprile 2015


(…) Con la risurrezione di Gesù la novità è entrata definitivamente nel mondo, spezzando le catene della morte che lo avvolgevano e donando agli uomini le primizie della vita eterna.


A noi è donata la caparra della gloria futura (nobis pignus datur futurae gloriae): così, durante la benedizione eucaristica, siamo stati abituati fin dall’infanzia a pregare con le parole di O sacrum convivium. Partecipando all’Eucaristia, che rende presente ogni giorno il mistero della Pasqua, noi riceviamo la caparra della nostra risurrezione. Una manifestazione particolarmente luminosa – forse la più luminosa – di questo anticipo di vita definitiva è l’esperienza del perdono.

Sulla realistica base di questi fatti chiediamoci allora: anzitutto, come noi cristiani di Europa possiamo evitare di fare spazio all’imponente invito alla conversione che ci viene dalle impressionanti testimonianze, rimbalzate attraverso i media in tutto il mondo, di perdono offerto dai martiri cristiani ai loro assassini? È la fede nella forza della risurrezione di Gesù a spiegare un fatto del genere: «Per grazia di Dio sono quello che sono – scrive l’Apostolo – e la sua grazia in me non è stata vana» (Epistola, 1Cor 15,10).

In secondo luogo, la Pasqua di quest’anno rende particolarmente urgente per tutti i cittadini Europei, di qualsiasi fede e mondovisione, l’assumere decisamente l’impegno di costruire nuove forme di cittadinanza civica. Troppo abbiamo indugiato, ci siamo lasciati paralizzare da dialettiche intellettualistiche, subendo la tentazione di restare spettatori super-informati ma praticamente indifferenti ai clamorosi mutamenti che travagliano gli scenari mondiali.

Questo passaggio, cioè questa pasqua, domanda di dare contenuto realistico alla pace. Quella pace che, come costantemente ci ammonisce Papa Francesco, continua ad essere calpestata. E lo è perché uomini e governanti non la perseguono in tutta la sua ampiezza, secondo i quattro inseparabili pilastri che San Giovanni XXIII individuò nella verità, nella libertà, nella giustizia e nell’amore (Pacem in terris).

Cristo è risorto. Sì, è veramente risorto”. Il grido gioioso che si propaga da 2000 anni come un’onda inarrestabile si trasforma nel nostro reciproco augurio. Permettetemi di formularlo con un verso del dolorante poeta inglese Hopkins:

«Breathe Easter now. Your bones are weary of being bent: Lo, God shall strengthen all the feeble knees». Happy Easter.




BUONA PASQUA.



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