mercoledì 21 ottobre 2015

IL SINODO VIRTUALE E LA CHIESA A GEOMETRIA VARIABILE


A pochi giorni dalla fine dei lavori l’assemblea dei vescovi è giunta ad un impasse  e la strada per uscirne, secondo il Papa potrebbe essere  quella della decentralizzazione della Chiesa, anche perche il confronto fra prassi pastorale e dottrina non pare risolto.
Card. Marx lancia la sfida: "Non siamo una filiale di Roma
e non sarà un Sinodo a dirci cosa fare qui"
Di questi argomenti si sono impadroniti i media, che cercano di far passare le loro idee, a prescindere dai documenti sinodali. Con tre conseguenze.
1) Il Sinodo “virtuale”, come già accadde per il Concilio Vaticano II, è destinato a prevalere su quello reale. Il messaggio mediatico che accompagnerà le conclusioni dei lavori è più importante del contenuto dei documenti.
2) Il post-sinodo è più importante del sinodo, perché ne rappresenta la auto-realizzazione.  Il Sinodo infatti, affiderà la realizzazione dei suoi obiettivi alla prassi pastorale. Se ciò che si trasforma non è la dottrina, ma la pastorale, questo cambiamento non può avvenire nel Sinodo, deve avvenire nella vita quotidiana del popolo cristiano e dunque fuori del Sinodo, dopo il Sinodo, nella vita delle diocesi e delle parrocchie della Chiesa.
3) la auto-realizzazione del Sinodo avviene all’insegna della esperienza delle chiese particolari, ossia  della decentralizzazione  ecclesiastica. La decentralizzazione autorizza le chiese locali a sperimentare una pluralità di esperienze pastorali. Ma se non esiste un’unica prassi coerente con l’unica dottrina, vuol dire che ne esistono molte e tutte meritevoli di essere sperimentate. I protagonisti di questa Rivoluzione nella prassi, saranno dunque i vescovi, i parroci, le conferenze episcopali, le comunità locali, ognuno secondo la propria libertà e creatività.
Si delinea l’ipotesi di una Chiesa a “due velocità” (two-speed Church) o, sempre per usare il linguaggio degli eurocrati di Bruxelles, a “geometria variabile” (variable geometry). Di fronte al medesimo problema morale ci si regolerà in maniera diversa, secondo l’etica della situazione.

Questo sarebbe un passaggio drammatico che la Chiesa Cattolica  DEVE ASSOLUTAMENTE EVITARE
da un articolo di Roberto De Matteis 
il foglio 20 ottobre

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