martedì 13 ottobre 2015

IL VICOLO CIECO DEL GIORNALISMO


«Per John Stuart Mill occorre proteggere la possibilità di espressione di ogni opinione, anche la più stravagante, per il bene della società, perché altrimenti la democrazia è destinata a morire. 

La libertà di stampa dovrebbe servire a questo. 
Invece oggi la professione giornalistica consiste nell’imporre al pubblico un pensiero unico e nell’attaccare chi dissente. I giornalisti sono al servizio del pensiero dominante, devono ripetere quello che già si dice, seguono la moda come pecore».
JOHN WATERS
Infine c’è la faccenda per nulla secondaria delle tecnologie informatiche. «Immaginare un mondo perfettamente interconnesso, con un flusso costante e senza ostacoli di informazioni, musica ed altre espressioni artistiche cinquant’anni fa era sognare una condizione paradisiaca. Adesso che si è realizzata, abbiamo scoperto che non è il paradiso, ma una nuova dittatura che si impone.

Il progresso morale non ha tenuto il passo del progresso tecnologico, come ha ammonito Benedetto XVI. 
Le nuove tecnologie sono concepite in un modo tale che riducono la capacità di dire cose complesse: si pensi a Twitter. 

Oppure accentuano il conformismo, la tirannia della maggioranza predetta da Tocqueville: non consentono all’individuo di esprimere il suo pensiero, ma fanno sì che l’onda enorme del conformismo si abbatta sull’individuo e lo schiacci.
Se mettete in Google il nome di una persona che è stata oggetto di una campagna di denigrazione, i risultati della ricerca vi offriranno il nome di quella persona associata a parole come “omofobo”, “bigotto”, “di destra”, eccetera.


Questo è sintomo del fatto che le nuove tecnologie informatiche sono funzionali a un disegno totalitario. Abbiamo l’illusione di essere liberi, e invece stiamo contribuendo a un nuovo totalitarismo.

JONH WATERS

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