domenica 10 aprile 2016

ESSERE BRAVE PERSONE NON BASTA.


DAL BLOG DI LEONARDO LUGARESI



«Che dire poi del fatto che i più, a occhi chiusi, arrivano ad un tale odio [per il nome cristiano] che, pur rendendo a uno buona testimonianza, vi mescolano la condanna del nome?   "Brava persona Gaio Seio ... soltanto che è cristiano" (Bonus vir Gaius Seius, tantum quod Christianus). E un altro: "Io mi meraviglio che Lucio Tizio, che è un uomo così sapiente, a un tratto sia diventato cristiano" (Ego miror Lucium Titium, sapientem virum, repente factum Christianum). Nessuno si ferma a riflettere se Gaio è buono e Lucio è saggio proprio perché è cristiano o se è cristiano perché saggio e buono (Nemo retractat, ne ideo bonus Gaius et prudens Lucius, quia Christianus, aut ideo Christianus,  quia prudens et bonus)».
[Tertulliano, Apologeticum, 3,1]
In un mondo non cristiano, anzi ostile al cristianesimo, la testimonianza individuale delle virtù private dei cristiani non basta.
Non basta perché viene "sterilizzata" dal mondo. Non basta se non diventa "critica", cioè se non provoca gli altri a porsi la domanda che dice Tertulliano. Se non pone la questione del nesso tra i beni, di cui la vita del cristiano è segno, e il fatto di Cristo.

A questo, come magari vedremo meglio un'altra volta, si lega il fatto che la testimonianza cristiana è, per sua natura, sempre "pubblica".

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