mercoledì 4 maggio 2016

CHIESA DI BOLOGNA LA MUSICA È CAMBIATA.



Il bergogliano Zuppi tra moschee e feste del lavoro



I nostalgici delle acute digressioni del cardinale Giacomo Biffi si mettano il cuore in pace. Gli estimatori delle intemerate in difesa di famiglia e vita lanciate dal pulpito della basilica di San Pietro dal cardinale Carlo Caffarra se ne facciano una ragione.

E non poco. In quella Curia in cui gli ultimi Pontefici avevano piazzato arcivescovi dalle salde convinzioni conservatrici per tenere a bada un popolo di fedeli animato dalle pulsioni del cattolicesimo di sinistra (d'altronde, è sotto le Due Torri che ha seminato un certo Giuseppe Dossetti e lì i suoi allievi continuano a operare), ebbene proprio a Bologna Papa Francesco ha spedito un arcivescovo bergogliano doc come monsignor Matteo Maria Zuppi, espressione della Comunità di Sant'Egidio guidata dall'ex ministro montiano Andrea Riccardi.

Il nuovo corso impresso da Jorge Mario Bergoglio alla Chiesa universale, se non altro a livello simbolico e di comunicazione, ha così fatto capolino anche lungo la via Emilia.
Da quando pochi mesi fa si è insediato in via Altabella, monsignor Zuppi ha inanellato una serie di interventi da fare accapponare la pelle ai fedeli più legati alla tradizione e alla difesa dei valori cristiani.

In una delle sue prime uscite pubbliche ha auspicato la costruzione di una grande moschea a Bologna, giustificando questa esigenza con il fatto che tutte le grandi città ce l'hanno e dicendosi convinto che le stesse feste islamiche dovrebbero essere accolte pure nelle scuole.
Tutto questo mentre in un istituto della città veniva impedito al sacerdote di turno di impartire la benedizione ai locali, con tanto di ricorso al Tar di alcuni genitori spinti da una certa dose di laicismo.

Ma Zuppi (che vuole più modestamente essere chiamato soltanto don Matteo) non si è fermato qui. Con il sindaco (e ricandidato del Pd) Virginio Merola ha pure visitato un centro islamico cittadino, accolto con tanto di bacio dall'imam. Poi ha partecipato a una serie di iniziative insieme al giovane portavoce della comunità islamica bolognese Yassine Lafram, con il quale pare sia nato un particolare feeling.

Se da una parte c'è un'accelerazione mai vista sotto il profilo del dialogo con la comunità musulmana locale, dall'altra nella nuova direttrice pastorale lanciata da monsignor Zuppi c'è anche l'avvio di un progetto sulla gestione degli utili Faac (il colosso dei cancelli ereditato dalla Curia di Bologna) per favorire iniziative di microcredito, sostegno ai disoccupati e alle famiglie bisognose, reinserimenti lavorativi.

La ciliegina sulla torta l'arcivescovo bergogliano se l'è però tenuta per questa domenica, quando per la prima volta nella storia cittadina il numero uno della Chiesa sotto le Due Torri parteciperà alla manifestazione dei sindacati per la festa del Primo Maggio. Zuppi sarà infatti all'iniziativa promossa da Cgil, Cisl Uil, ancora una volta con il leader degli islamici bolognesi Lafram.


La Cisl, con il segretario provinciale Alessandro Alberani (vicino al sindaco Merola), è andata in visibilio per questa notizia, ma grande soddisfazione è stata espressa anche dalla rossa e sinistrorsa Fiom-Cgil. 

Insomma, i cattolici bolognesi con sensibilità più moderate, liberali e conservatrici se ne facciano una ragione: la musica nella Chiesa felsinea è cambiata. O si adeguano, oppure aspettano il prossimo turno.

 di Raffaele Porrisini 
TRATTO DA ITALIA OGGI


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