martedì 17 gennaio 2017

DIFENDIAMO LA LIBERTÀ DI PAROLA CONTRO LE INTIMIDAZIONI LGBT

Assuntina Morresi 15 Gennaio 2017
 Un omosessuale ha una probabilità 19 volte maggiore della popolazione generale di contrarre il virus dell’AIDS. Per i transgender e i tossicodipendenti questa proporzione arriva a 50 volte tanto, mentre per le prostitute donne la proporzione è 14 volte maggiore, rispetto alle altre donne.
Se gli omosessuali maschi facessero sempre uso di profilattici e facessero una “profilassi pre-esposizione”, cioè assumessero sempre farmaci retrovirali, il contagio si ridurrebbe del 20-25%, cioè continuerebbe a esserci, ridotto solo in parte.
Tutto questo, e molto altro, fa parte di recenti linee guida dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dedicate ai gruppi a rischio per la trasmissione dell’Aids. Ma nell’epoca della post-verità - quella reale, costruita sulle censure dei media ufficiali, non quella di cui hanno accusato il web - da tutte queste importanti informazioni non si può dedurre una completa campagna di prevenzione, come per il fumo e per i vaccini. Il motivo è semplice: dai dati Oms non è consentito trarre le ovvie, scientifiche conclusioni, e cioè che il sesso promiscuo e in particolare il sesso anale sono pratiche pericolose dal punto di vista sanitario, che possono compromettere la salute (fino alla morte), e non c’è profilassi che tenga. 
Nel mondo della post-verità è improponibile scrivere su una confezione di profilattici: “attenzione: con il sesso anale hai una probabilità 19 volte maggiore di contrarre l’AIDS”, una frase scientificamente inoppugnabile e molto meno minacciosa di quanto scritto sulle scatole delle sigarette “il fumo uccide”. 
Su questi temi il noto Prof. Burioni non potrebbe fare quel che, - in modo sbagliato ma meritoriamente- sta facendo sul web per informare correttamente sui vaccini, dicendo che la scienza è oggettiva e non è democratica, e rifiutando il confronto con chi “non ha studiato”: se aprisse una pagina Facebook con tutte le informazioni sui rischi sanitari del sesso promiscuo e in particolare di quello anale, rifiutando il confronto con gli attivisti LGBT e discutendo solo con virologi ed infettivologi, il Prof. Burioni si vedrebbe bloccato sui social, sarebbe oggetto di una ferocissima campagna denigratoria in rete e sui media, e rischierebbe la radiazione dall’Ordine dei Medici con l’accusa peggiore: omofobo, cioè l’equivalente del “fascista” dello scorso secolo. Una persona socialmente inaccettabile, un paria.
Ne sa qualcosa Silvana de Mari, medico e scrittore di successo di romanzi fantasy – tra gli scrittori contemporanei la seconda al mondo per vendite dopo Camilleri – che ha spiegato le conseguenze di pratiche sessuali dal suo punto di vista di medico specializzato anche in endoscopia dell’apparato digerente.
Chi legge le sue interviste – per esempio quella di oggi su La Verità, ma anche altre, che potete trovare anche sul sito Dagospia – può verificarne direttamente il contenuto: la Dott.ssa De Mari non ha mai pronunciato una sola parola contro le persone omosessuali, ma ha semplicemente parlato da medico, spiegando nei dettagli cosa accade a chi pratica abitualmente il sesso anale, riportando fatti ben noti all’intera comunità medico-scientifica, ma su cui vige una congiura del silenzio rigorosamente rispettata. Ha detto cioè quel che molti altri hanno detto contro il fumo e in favore dei vaccini: ha spiegato le conseguenze mediche di certi comportamenti a rischio.
Apriti cielo: la lobby LGBT non gliel’ha perdonata, e con una violentissima campagna diffamatoria ha chiesto addirittura la sua radiazione dall’albo professionale. Per non parlare degli epiteti che le hanno affibbiato addosso i benpensanti dei giornaloni.
Negli stessi giorni le sentinelle della post-verità hanno colpito anche Benedetta Frigerio, una giornalista che ha osato fare il suo mestiere sul giornale on-line “La Bussola Quotidiana”, raccontando e commentando i risultati di un’analisi sul mondo transgender a cura del “National Center for transgender equality”, un’organizzazione per i diritti dei transgender.
La lobby LGBT si è immediatamente attivata lanciando una petizione contro la Frigerio, per chiederne la radiazione dal suo ordine professionale, quello dei giornalisti: eppure basta leggere l’articolo incriminato per verificarne toni e contenuti, assolutamente normali e totalmente privi di quella violenza verbale di cui oramai sono infarciti, invece, tanti siti di propaganda LGBT (ricordate la sagoma di Carlo Giovanardi usata come bersaglio per le freccette?).
L’intimidazione è la tattica usualmente perseguita da quelle minoranze potenti economicamente e ideologicamente, che in questo modo vogliono imporsi alle maggioranze. Non potendo eliminare fisicamente le opposizioni vogliono tenerle fuori dalla scena pubblica eliminandole socialmente, cioè togliendo loro ogni possibilità di presenza pubblica: libertà di parola e lavoro


Giù le mani da Benedetta Frigerio e Silvana De Mari!

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