mercoledì 29 novembre 2017

SEGNO DEI TEMPI

Mi siedo al computer per scrivere il pezzo di stasera. Poi leggo la notizia.
Hanno chiuso Tempi.
Strano, mi veniva da scrivere “lo hanno ucciso”.
La rivista Tempi mi aveva pubblicato qualche articolo; poi, non so perché, non mi avevano più cercato. Avevo “fatto” anche una copertina: un mio “Te Deum” per Capodanno. Ero stato abbonato, ovviamente. Nell’ultimo periodo non più: mi mancava il tempo di leggere. Un po’ di rimorso forse ce l’ho.

E certo, è una mazzata. Non è che non l’avessi vista arrivare. Non è più il momento per le riviste; non è più il momento dei cattolici , specie quelli di un certo tipo. Non è più il momento di coloro che indicano il vero, di quelli davvero fuori dagli schemi e dal coro: quelli che dicono di esserlo hanno gli altoparlanti, la pubblicità gratuita e cantano tutti la medesima canzone.
Se il coro non lo fai, allora sono guai, cantava Bennato qualche anno fa. Minimo ti becchi denuncia per fake news, cioè per avere contraddetto il canto dominante. Chissà, forse veramente ci toccherà andare nelle catacombe, nascondendoci mentre fuori imperversano gli uomini con le picche. O forse sarà la ghigliottina, o il suo equivalente contemporaneo per chi non vuole fare sacrifici all’imperatore.
Oh, questo momento finirà. Tutti sappiamo che l’imperatore a lungo andare muore, le menzogne cessano di ingannare,  e sulle rovine devastate ciò che è vero rispunta. Non so se riuscirò a vederlo.
Può anche darsi che il padrone di casa decida che è ora di chiudere il locale, rovesciare le sedie sui tavoli e spegnere le luci.
Ma non sarà per domani, non ancora. Non è ancora il momento, non sono ancora i Tempi.
24 NOVEMBRE

BERLICCHE

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