domenica 27 gennaio 2019

LA MEMORIA E LA REDENZIONE


ANGELUS NOVUS
PAUL KLEE E WALTER BENJAMIN


C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, e le ali distese.

L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira  dal paradiso, che si è impigliata  nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle.

Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine cresce davanti a lui al cielo.

Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta.

Così Walter Benjamin interpreta la celebra tela del pittore Paul Klee. In queste parole, Benjamin esplica la sua visione messianica della storia, l’attesa perpetuamente insoddisfatta di una rendezione avvenire, mentre l’uomo viene trascinato via suo malgrado dal tempo e dal progresso, lasciandosi alle spalle le tragedie e gli orrori di cui l’umanità è stata capace, avendo seminato morte e distruzione ad ognuno dei suoi passi.

Per questo l’Angelo di Klee guarda angosciato il passato, mentre il vento (il tempo) lo spinge via, quando vorrebbe restare tra quelle vittime per tenerle strette a sé, per garantire ad esse un significato di qualche tipo.
Oggi l’unica redenzione possibile è quella offerta dalla memoria: a partire dallo sguardo sconvolto dall’orrore dell’Angelus di Klee, ci è offerta l’occasione di cogliere, nel turbinio incessante e frenetico della modernità, dei momenti capaci di illuminare di una luce differente ciò che invece ci sfugge repentinamente nella vita quotidiana. Serbando il ricordo delle vittime, dell’insensatezza della loro sconfitta e delle loro sofferenze, si può riscattare la Storia e la cultura dalle macerie del passato e dalle catastrofi che ci circondano, e ,attraverso le circostanze che il presente ci offre, metterci in attesa dell’avvento del Redentore.





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