domenica 16 giugno 2019

LE RADICI DEL MALESSERE SONO I MURI O L’INGIUSTIZIA CHE VIENE PRIMA?


CON UNA RISPOSTA FINALE DI DON GIUSSANI
La Chiesa che indica come problematici ‘i muri’ – e non l’ingiustizia che viene prima -, sembra affetta da una sorta di dissociazione.
Vivere al proprio interno un’umanità nuova e testimoniare l’avvenimento di Cristo che permane nella storia, e ciò che l’uomo aspetta e quindi la Rivelazione dovrebbe essere l’unico compito della Chiesa. 
Invece non si fa che sentire una trafila di ”non è cristiano chi… ”, un crescendo di accuse per non aver fatto questo o quello in tema di accoglienza, fino all’odierna ”Ira di Dio” di cui ci avverte Papa Francesco.

Ma l’ingiustizia viene prima che ogni cosa venga compiuta: solo se partiamo da questa fondamentale osservazione, si può parlare ragionevolmente di immigrazione. Infatti, non possiamo rimuovere del tutto la povertà ed il male, ma possiamo fare il bene solo se abbiamo fatto esperienza della vita come un bene. (…) Se vogliamo essere uomini che riconoscono il reale come sacro, allora dovrebbe essere agevole comprendere che il bene si fa sin dall’inizio e non solo nell’ultima fase. Quando innaturalmente, si abbandona casa propria. (…)

Ira e Giustizia

Ma nell’enfasi di  far passare l’immigrazione di per sé ‘santa’, si arriva al titolo di Avvenire oggi : “L’ira di Dio” ( e, come vedremo in seguito , anche ad iniziative molto dubbie). Ora in qualsiasi vocabolario leggiamo che “l’Ira o il furore è un brusco impulso che offusca la mente e il cuore, a favore dei bassi istinti”. Mi sono sempre confessato di questo perché è uno dei sette vizi capitali, e comprensibilmente: non per dovere ma perché corrompe, rovina. Come ogni altra cosa richiesta dalla Tradizione della Chiesa e dal Magistero, è una cosa ragionevole perché Dio vuole l’uomo tutto intero e l’adesione a Lui non esclude la ragione , anzi la esalta.
Dio è invece è Giustizia. Ma mai Ira. Questo nel nuovo Testamento si chiama ‘nuova Alleanza’.

Una Chiesa fondata sui temi sociali?

Ma torniamo a noi. Parlavo di segni di divisione nella Chiesa scesa ‘in campo’ contro la resistenza all’immigrazione clandestina, che è un male non un bene.  La Chiesa ha fatto dell’inclusione, del meticciato di popoli e dell’ostilità ai ‘muri’ una nuova ragion d’essere e non passa occasione che indichi il suo ‘superamento’ come vitale. Mentre chi non recepisce queste direttive è razzista , non è solidale, non è un vero cristiano.
Conseguentemente, la spaccatura nel mondo cattolico e non, diventa ogni giorno più pericolosa. (…) Sembra però che una ”Armata” continui a incedere, restia ad ogni suggerimento fraterno. Più si suggerisce sommessamente e con prudenza e più sembra che il livello di scontro dall’altra parte si incentivi.
In particolare. mi ha lasciato sbigottito l’iniziativa che si svolgerà questo sabato in tutta Italia dal nome più che eloquente: “Tavolata Italiana Senza Muri” .
Ecco uno dei gazebo, preparati per l’occasione:

Le Iniziative ‘L’Italia CHE RESISTE’ , ‘Tavola per la Pace’ e Tavolata contro i Muri’, sfaccettature di una unica medaglia…

 

L’iniziativa ‘Tavolata contro i Muri‘ è nei contenuti simile a ‘L’Italia CHE RESISTE , iniziativa cominciata il 2 febbraio scorso in oltre 280 comuni italiani a cui ha aderito  ‘‘Tavola per la pace‘, quest’ultima sponsorizzata dal mondo cattolico (cambiata oggi nella più inclusiva ”tavolata senza muri”).

Se ci fosse qualche dubbio sulla chiara accezione del titolo, sappiate che questo nasce solo dalla vostra buona fede: in realtà la lettera indirizzata a vari appartenenti delle associazioni partecipanti ( Focsiv, Scout, Caritas, Acli) non lascia spazio a fraintendimenti.

L’iniziativa ‘Tavolata contro i Muri‘ – come è chiaro dal titolo – è squisitamente politica. Non era mai accaduto mai prima che la Chiesa scendesse in campo così organicamente capillarmente, neanche a favore dei cristiani perseguitati in Siria, ad opera dell’Europa e dei governi occidentali. I massimi vertici della Chiesa invece si scandalizzano di chi mostra simboli cristiani nei comizi e linearmente dice di voler implementare una legislazione a favore della famiglia, della vita, contro la finanza speculativa e contro l’immigrazione indiscriminata.


“È l’umanità che ha abbandonato la Chiesa o è la Chiesa che ha abbandonato l’umanità?”
Mi viene allora in mente che in una intervista a don Giussani, fondatore della Vecchia  Comunione e Liberazione, gli veniva citato Eliot: “È l’umanità che ha abbandonato la Chiesa o è la Chiesa che ha abbandonato l’umanità?” e gli si aggiungeva la domanda: “È una critica alla Chiesa o all’umanità?”

La risposta di don Giussani  è stata la seguente:
Tutti e due, tutte e due, perché innanzitutto è l’umanità che ha abbandonato la Chiesa, perché se io ho bisogno di una cosa, le corro dietro, se quella cosa va via. Nessuno correva dietro».
E la Chiesa quando ha abbandonato l’umanità?
«La Chiesa ha cominciato a abbandonare l’umanità secondo me, secondo noi, perché ha dimenticato chi era Cristo, non ha poggiato su… ha avuto vergogna di Cristo, di dire chi è Cristo».
(dall’intervista a don Giussani nel video sui cinquant’anni di Cl)

Non credo che a queste parole si debba aggiungere altro.
11 GIUGNO 2019
Tratto da
patrizio ricci @vietatoparlare.it



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