domenica 10 novembre 2019

IN POLITICA SERVE UNA NUOVA PRESENZA


Il presidente della Cei Cardinale Gualtiero Bassetti: la Chiesa dialoga con tutti. Certo, non può tacere quando le grida di turno o i provvedimenti adottati contrastano con il Vangelo. Un invito a curare la casa comune
foto Lapresse
A Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio
«Ogni volta che leggo l’ammonimento del Signore a restituire all’imperatore romano il dovuto – afferma il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve – penso che quelle parole siano un richiamo a ogni credente a restituire qualcosa alla città in cui vive. Sono un invito a curare la casa comune che è appunto la città, la provincia, la regione, il Paese intero. Sono una chiamata al cristiano a occuparsi della vita pubblica, a partire dalla politica: non soltanto con il voto, che è un diritto e un dovere al tempo stesso, ma anche con la dedizione personale, spendendosi senza riserve per il bene comune».
L’analisi di Pagnoncelli (pubblicata da Avvenire che dimostra come più della metà dei cattolici praticanti si orienta verso l’astensione), invece, mostra la distanza che c’è fra tanti cattolici e la politica. «Si avverte una sorta di divario fra le istituzioni e il cittadino – ammette il presidente della Cei –. Come cristiani abbiamo tirato i remi in barca, mi viene da dire. Ci interessiamo al sociale, magari interveniamo nel dibattito pubblico, ma non riusciamo a far sentire la nostra voce, a far entrare istanze e visioni nelle decisioni politiche. E questo produce una disaffezione e un’indifferenza che non possono non preoccupare».
La Chiesa italiana dialoga con tutti
Dalle finestre del palazzo arcivescovile di Perugia si vede la fontana di piazza IV novembre. È il simbolo del capoluogo dell’Umbria, regione che le ultime elezioni locali hanno consegnato al centrodestra dopo il “monopolio” della sinistra e del centrosinistra. «Non sosteniamo alcuna maggioranza e non siamo all’opposizione di alcuna alleanza di governo – chiarisce il cardinale –. Come Chiesa accogliamo con fiducia iniziative o decisioni che vanno incontro alle esigenze della comunità, come siamo voce critica davanti a scelte o progetti che minano la persona e la società. Cito, ad esempio, le prese di posizioni contro ogni forma di eutanasia: qualsiasi proposta legislativa che apra al suicidio assistito creerebbe un’autentica voragine perché la vita non è un possesso ma un dono che abbiamo ricevuto e dobbiamo condividere».
Questo vale anche per il migrante che si trova in condizioni disperate e affronta viaggi della speranza in mare in cerca di un domani migliore e sicuro, ribadisce il cardinale. Quindi aggiunge: «La Chiesa italiana dialoga con tutti. Non alza steccati o muri. Certo, non può tacere quando le grida di turno o i provvedimenti adottati contrastano con il Vangelo e con un’antropologia cristiana che è nell’interesse di tutti e non solo di una parte. Ciò non ci esime dall’intervenire, altrimenti peccheremmo di “omissione”». (…)
L'Italia ha bisogno dei cattolici
 «Faccio mie – dice il presidente della Cei – le parole di papa Francesco: “È necessaria una nuova presenza di cattolici in politica. Una nuova presenza che non implica solo nuovi volti nelle campagne elettorali, ma principalmente nuovi metodi che permettano di forgiare alternative che contemporaneamente siano critiche e costruttive”».
 «L’Italia – prosegue il cardinale – ha più che mai bisogno di laici cattolici che abbiano un’identità salda e chiara, che sappiano dialogare con tutti, che non siano eterodiretti, che siano in grado di costruire reti di impegno e che si assumano la responsabilità di rispondere alle “attese della povera gente”, direbbe Giorgio La Pira». Il sindaco “santo” di Firenze è figura cara a Bassetti. «La sua vita è stata tutta tessuta di preghiera, di meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità. E mi piace soffermarmi sul primo aspetto: la preghiera, imprescindibile e irrinunciabile, per il cristiano che si dedica alla res publica. È la fonte di ogni sua scelta o gesto. Quando La Pira diceva che la Madonna gli chiedeva di salvare i posti di lavoro alla Pignone, non era un visionario o un ingenuo. La sua profezia era frutto della frequentazione quotidiana con Dio. Ecco perché sostengo che una rinnovata presenza dei cattolici nel panorama italiano debba partire dalla contemplazione. È la fede che dona quella forza inesauribile e quel coraggio mai domo per affrontare le sfide più audaci e, all’occhio umano, talvolta impossibili».
La politica è una missione, non ricerca di tornaconto
Ma c’è da scendere dal monte, dal Tabor, e calarsi nei problemi. «La politica è una missione, non una ricerca di tornaconto, non tentazione del consenso facile – tiene a precisare il presidente della Cei –. Una tensione verso i poveri, i precari, gli sfruttati, gli emarginati, i delusi, i fragili. E oggi fra loro rientrano i giovani che non trovano lavoro e che in maniera sempre più allarmante lasciano il nostro Paese; o le famiglie toccate dalla crisi, dalle difficoltà anche intrinseche, dalla disoccupazione. Il pensiero va oggi alla situazione che si è creata intorno all’ex Ilva di Taranto. Quei lavoratori, quelle famiglie non possono essere abbandonate a se stesse. È urgente riaffermare e garantire il diritto al lavoro che si coniughi con un degno e salutare ambiente di vita».
Un cattolico impegnato in politica è chiamato a ricucire, è l’idea del presidente della Cei. «In un frangente segnato dalle divisioni, dalle lacerazioni sociali e, aggiungerei, anche ecclesiali – spiega il cardinale –, occorre essere uomini e donne di comunione e di riconciliazione, intercettare le varie sensibilità e i molti bisogni, fare sintesi intorno a quell’orizzonte condiviso che è l’umanesimo cristiano. Inoltre serve dare forma e sostanza alle parole: non ci si può fermare solamente all’annuncio». Bassetti indica il Vangelo che ha sul tavolo. «La nostra società – conclude – ha un grande bisogno di persone che non scendano a patti con la mondanità, con l’individualismo esasperato, con l’arroganza diffusa e che abbiano come bussole la sobrietà e l’umiltà. Non si tratta di guardare al passato ma di costruire un futuro realmente nuovo».
Giacomo Gambassi
 sabato 9 novembre 2019 AVVENIRE


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