domenica 29 dicembre 2019

SE CRISTO NON BASTA.

Di LEONARDO LUGARESI


Perché si sente il bisogno di mettere all'ingresso del palazzo apostolico una croce in cui, al posto di Cristo, è appeso un giubbotto salvagente? Penso che sia perché si crede che quella croce sia qualcosa di più dell'altra: più concreta, più vicina agli uomini del nostro tempo, più convincente, più viva ... comunque qualcosa di più. Non so darmi altra spiegazione, perché penso che l'intenzione sia buona.

Perché si sente il bisogno di fare un pranzo di solidarietà con i poveri proprio in chiesa, e non in uno dei mille altri luoghi disponibili (e più idonei)? Penso che sia perché si crede che in questo modo si aggiunge qualcosa alla chiesa stessa e a ciò per cui la chiesa è primariamente fatta, cioè la santa messa. Si crede cioè di rendere anche l'eucarestia più concreta, più vicina agli uomini del nostro tempo, più convincente, più viva, eccetera eccetera. Anche in questo caso, qualcosa di più. Se mi perdonate la trivialità, il retropensiero è che la lasagna sfama in modo più concreto dell'ostia, e quindi mangiarla in chiesa serve a rendere “più vera” anche l'altra manducazione. Non so darmi altra spiegazione, perché debbo pensare che anche qui l'intenzione sia buona.
Però mi faccio (nel senso che la faccio prima di tutto a me stesso) una domanda: non è che in questo modo noi confessiamo che, in fin dei conti, Cristo non ci basta?
«Cristo mi basta» è sempre stata la formula suprema della fede del cristiano, da quando Sufficit gratia mea fu la risposta di Cristo alle urgenze di Paolo (2 Cor 12,9). Vale ancora?
Certo che da questo punto di vista il Natale, una volta archiviate tutte le moine con cui lo agghindiamo, è ben problematico: a sentire Dio, dovrebbe bastarci la nascita di un bambino. Auguri!

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