sabato 25 aprile 2020

DELL’AMICIZIA


DIALOGO FRA ENZO PICCININI E DON GIUSSANI 

Comunione, comunità, amicizia


Racconta Piccinini: «A Forlì salgo in macchina con don Giussani, dovevo andare a fare un’assemblea per il movimento a Bologna e lui mi dice: “Allora come va a Bologna? Cosa devo venire a fare, a dire?”. Beh, a Bologna va bene, stiamo pure crescendo, siamo sempre di più, però… “Però cosa?”. Però sono pochi quelli veramente amici.» Allora Giussani continuando a leggere il giornale dice: «Cos’è che hai detto?!» e Piccinini risponde: «Ho detto che mi preoccupa che il nostro problema a Bologna è che sono pochi quelli veramente amici!».
Giussani incalza: «E che problema è?» e Piccinini, un po’ incredulo, ribatte: «Come che problema è? Non dobbiamo diventare tutti amici nel movimento?! Tu hai sempre detto che dobbiamo diventare tutti amici!». 

Giussani allora risponde: «Tu non hai capito niente! Veramente tu sei un ex brigatista che vuole imporre d’autorità anche l’amicizia, ma sei matto?!
Io ho sempre detto tre cose: che tra noi
 la comunione è un dono di Cristo che ci mette assieme e ci lega con la fede e col sacramento.
 La comunità o la compagnia è un compito che dobbiamo costruire noi dando la vita.  
L’amicizia, infine, è una grazia molto rara in una comunità cristiana. 

Capita ogni tanto a qualcuno, e se la godono pure! Le amicizie di una comunità, le amicizie belle, piacevoli, le simpatie, le preferenze ecco, le preferenze, sono molto rare in una comunità, sono quasi impossibili. Enzo, pensaci,  
come si diventa amici?» e Piccinini risponde: «Per una preferenza» 
e Giussani: «Appunto! Come per la moglie, c’è quella che preferisci! Hai un po’ di amici perché tu preferisci loro e loro preferiscono te. Quando finisce la preferenza te vai via. Tu perché stai nella comunità a Bologna, li preferisci?». «No, no! Non li sopporto! E loro mi odiano, mi ammazzerebbero!!». «E allora perché state insieme?». «Il Signore mi ha chiamato qui, lavoro all’ospedale Sant’Orsola, mi sono stati dati!». «Ma tu li preferisci?». «No». «E chi li preferisce?». «Ah, è Cristo che li preferisce, è Lui che me li dà!». 

«Appunto! In una comunità non ci si entra per una preferenza, ma si entra per una preferenza di Cristo, che tocca il cuore a te, lo tocca a lei e ti mette con gente che tu non hai scelto! Che tu non preferisci! E quindi che ti stanno fondamentalmente antipatici. La loro stessa presenza ti ferisce perché tu non li hai scelti e loro non hanno scelto te, quindi è impossibile che siate amici. Siete in comunione perché c’è Cristo risorto presente. Alla comunità dovete dare la vita, è il compito dare la vita, il compito è fare il movimento. Che poi su mille persone, cinque o sei diventino pure amici è una grazia che Dio fa a loro, che se la godono a servizio di tutti. Ma guai a te se pretendi che tutti siano amici in comunità!». 

Enzo rimane interdetto per circa mezzo minuto e Giussani entra a gamba tesa e gli dice: «E poi ti aggiungo un’altra cosa: che la pedagogia di CL è un’autentica pedagogia cristiana, non favorisce le amicizie. Io non ho come scopo che la gente della comunità vada d’accordo, ho come scopo che ognuno vada d’accordo con se stesso, col proprio cuore e con Cristo, non con gli altri»

Io non dirò mai: «Carletto cerca di essere un bravo ciellino, un bravo prete, o peggio un bravo prete di CL. Sii te stesso! Stacci col tuo carattere! Facci vedere che cosa Dio ti ha messo dentro quando s’è inventato uno scomposto come te! Facci vedere chi sei tu, perché Dio t’ha fatto diverso da tutti gli altri. Io tiro su delle personalità molto caratterizzate, che hanno il gusto di dire “Io son fatto così, m’ha fatto Dio e che ci posso fare? Non ho bisogno di cambiare per stara qua!”». 

"Voglio dei luoghi in cui ognuno possa dire: «Io son fatto così e son contento di come Dio m’ha fatto!»  Ti tiro su personalità spigolose, tendenzialmente conflittuali con gli altri, che costringono tutti i giorni a dire: «Ma chi me l’ha fatto fare?! Ma perché io  sto con te?» E quando ci dicono che noi ciellini litighiamo con tutti, dico: «Benissimo, anche tra di noi!» Perché io non ho come scopo che siate amici, ma che ognuno sia se stesso. Preferisco un alto tasso di conflittualità, ma che si respiri aria pura. Quindi la moglie spigolosa è una fortuna!"

1 commento:

  1. Questo testo è fuorviate, e lo stesso soggetto che racconta ha chiesto di non farlo circolare, perché si tratta di un racconto consapevolmente “esagerato” perché fosse efficace nel contesto in cui è stato fatto, ma è di nessun valore documentale. Non è corretto quindi attribuire certe espressioni a don Giussani o a Enzo Piccinini.
    Scusate poi la franchezza, ma pubblicare un testo senza neppure poter citare il chi, il dove e il quando è molto imprudente, se non dannoso, tenuto conto che sia per don Giussani che per Enzo Piccinini sono iniziati l'iter della Causa di canonizzazione.
    Massimo Vincenzi - Fondazione Enzo Piccinini

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