domenica 24 maggio 2020

È NATO IL CATTO-GRILLISMO


Il catto-grillismo è unanimemente inconsapevole che i soldi prima di essere distribuiti debbono essere guadagnati.

È il momento di annunciare l'avvento del catto-grillismo, degenerazione del catto-comunismo, in perfetta sintonia con gli attuali orientamenti vaticani e il Beppe Grillo-pensiero (che è un ossimoro, ma lo uso per comodità espositiva). L'auspicio, espresso da Papa Francesco e dal fondatore dei 5Stelle a poche ore di distanza l'uno dall'altro, della necessità di istituire di un reddito di cittadinanza (o di emergenza) globale è il più significativo degli indizi, anche se ce ne sono tanti altri, anche più pregnanti.
Il catto-grillismo è unanimemente inconsapevole che i soldi prima di essere distribuiti debbono essere guadagnati. Se non da chi li spende o gratuitamente li riceve da qualcun altro. Colui che, complessivamente, chiamasi produttore.
Dobbiamo prendere atto di un vuoto politico
È dominato da due ossessioni:
-         la ricchezza e la distribuzione di risorse pubbliche e private a coloro che non lavorano e non vogliono lavorare. Insomma un combinato disposto che nega i fondamenti della società per abbracciare l'ennesima utopia di una vita senza fatica, nella quale si sopravvive per merito della carità di Stato.
-         Implicita in questa posizione è la condanna del capitalismo in genere e nella sua versione attuale e, soprattutto, della società (e della cultura) liberale e laica.
I catto-grillini hanno, come la ebbero ai bei tempi i catto-comunisti, la convinzione di essere i più etici tra i politicanti e, perciò, di avere la verità in tasca. Chi li contraddice non è un cittadino che la pensa diversamente, ma un mascalzone: se i catto-grillini rappresentano in politica l'etica, chi parla diversamente è persona non etica e, quindi, da condannare.
Il paradosso, peraltro, è che il grillismo è ormai ridotto a un'accolta di persone divise su tutto tranne che sull'utilità di sedere in Parlamento e di mantenere in vita, costi quel che costi l'attuale coalizione di governo che dovrebbe garantire assenza di elezioni sino al 2023 e, nel frattempo, l'elezione del presidente della Repubblica.
Gli italiani non dovrebbero, però, farsi fregare da questi opportunisti. Molti italiani sanno che senza lavoro e fatica non si produce ricchezza e che, quindi, la strada sulla quale si sono incamminati gli azionisti di maggioranza della coalizione di governo è una strada che conduce a un dirupo.
Purtroppo non sono le simpatie o le antipatie a segnare il destino di un paese e di un suo governo. Sono i risultati.
Spunti da un articolo di Italia oggi

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